Sono gli euroscettici e i nazionalisti di destra i veri vincitori delle elezioni europee in Austria. La somma dei voti raccolti dal partito semipersonale del populista di sinistra antieuropeo Hans Peter Martin (un clamoroso 18 per cento), dei liberali di destra di Heinz Christian Strache (oltre il 13 per cento) e del partito Bzö fondato dal defunto Jörg Haider (quasi il 5 per cento) sfiora il 36 per cento. I due grandi partiti che insieme a Vienna assicurano di mala voglia il governo del Paese con una litigiosa grande coalizione guidata da Werner Faymann (in basso) superano a stento la metà dei voti: circa il 30 per cento ha raccolto il partito popolare (conservatore cattolico) e quasi il 24 per cento i socialdemocratici. Il resto ai Verdi.
Vincitore morale a sorpresa è quindi Martin, sorta di Beppe Grillo austriaco che si appresta, a 51 anni, a cominciare la sua terza legislatura a Strasburgo. Ex socialdemocratico, è diventato famoso come populista e fustigatore dei costumi politici nazionali. I suoi temi preferiti sono le crociate contro «i lobbisti», la «confisca del potere» da parte delle élites, «gli sprechi delle istituzioni europee». Il suo slogan questanno era «Solo lui può controllare i potenti», ed evidentemente ha fatto breccia fra i tanti austriaci che temono di perdere la loro identità nel calderone a ventisette facce dellUnione Europea. Ex giornalista del settimanale Der Spiegel e maestro di pettegolezzi sostenuto a spada tratta dal popolarissimo tabloid Krone Zeitung, Martin si oppone al Trattato di Lisbona e allingresso della Turchia nellUe e chiede che queste materie siano sottoposte a referendum.
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