Berlino, film turco ritirato dalle sale: «È razzista»

Berlino, film turco ritirato dalle sale: «È razzista»

Salvo Mazzolini

da Berlino

«Irak, la valle dei lupi», il film turco con forti accenti nazionalisti e antiamericani che ha entusiasmato le platee musulmane, è stato ritirato dalle sale cinematografiche tedesche. La decisione è stata presa da Cinema X, la più grande catena di distribuzione della Germania, nonostante l’enorme successo del film. In appena due settimane di programmazione è stato visto da oltre duecentomila spettatori registrando incassi record. Ma ha anche suscitato un’ondata di polemiche con risvolti politici inquietanti e suscettibili di inasprire i già difficili rapporti tra occidentali e mondo islamico.
Nell’annunciare la decisione di sospendere la programmazione (una decisione senza precedenti nella storia del cinema, almeno in Germania), la società di distribuzione ha detto di non aver subito pressioni politiche ma di aver agito autonomamente per evitare che il film subisse strumentalizzazioni esasperanti. «Non ci schieriamo né con quelli che criticano il film né con chi ne condivide il contenuto», ha detto il portavoce della società. Ad aprire le polemiche è stato il governatore della Baviera, Edmund Stoiber, che ha definito «Iraq, la valle dei lupi» un film «razzista e irresponsabile perché semina odio e diffidenza contro l'Occidente e istiga allo scontro tra due civiltà in un momento in cui c'è un grande bisogno di dialogo e di moderazione». Stoiber appartiene all'area conservatrice ma la sua critica è stata condivisa anche da esponenti del centrosinistra. Per Reinhard Blutikofer, copresidente dei Verdi, si tratta di un «film pericoloso perché esalta il sentimento nazionalista e quindi rischia di avere un'influenza nefasta sui giovani turchi, soprattutto su quelli che vivono in Occidente».
Il film narra la storia di un reparto di soldati turchi che nel 2003, durante l'attacco americano, entrano segretamente in Irak per un'operazione contro le basi curde, vengono intercettati dagli americani, arrestati e rispediti in Turchia incappucciati in segno di spregio. L'episodio è realmente avvenuto e fu vissuto come un'offesa all'esercito turco inflitta dagli alleati americani. Nel film c'è anche una parte di fiction. Per vendicare l'offesa un rambo turco viene incaricato di uccidere un diplomatico americano e la scena finale con il duello fra i due contiene un’esplosione di odio da entrambe le parti. Il turco rimprovera all’americano di essere senza principi, l’americano accusa i turchi di essere senza onore «perché per cinquant'anni hanno vissuto con i soldi di Washington». A giudizio quasi unanime un brutto film ma che è piaciuto in Turchia e soprattutto ai turchi in Germania.

In molte sale frequentate dai turchi, quando il rambo uccide l’americano sono scrosciati gli applausi e alcuni hanno gridato «Allah Akbar» (Allah è grande). Una reazione che in questo momento di tensioni sarebbe stato meglio non provocare.

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