Politica

Berlusconi: in 2-3 anni ridurremo il deficit

«La nomina del nuovo presidente della Rai non spetta né a me né all’Unione»

Emanuela Ronzitti

da Roma

Dai due ai tre anni, è questo il tempo che chiede il premier Silvio Berlusconi all’Unione europea, per far scendere al di sotto della soglia del 3% il rapporto deficit/Pil.
Ai cronisti che lo hanno intercettato ieri pomeriggio mentre passeggiava nel centro di Roma, Berlusconi ha ribadito la certezza sui tempi del rientro del deficit «dal 2005 al 2007, così come prevedono le recenti modifiche dei criteri interpretativi dei parametri di Maastricht». Tra un appuntamento e l’altro, una dichiarazione sulla presidenza Rai («la nomina non spetta né a me né all’Unione, ma al ministro Siniscalco») e il rilancio dell’agenda di Lisbona per la crescita dell’economia europea, il presidente del Consiglio torna a parlare della successione del centrodestra, ribadendo la possibilità di farsi da parte per il bene della coalizione. Ma solo a certe condizioni. «Be’, un giorno o l’altro, bisognerà pure trovare uno dopo di me? È giusto...». Non ne fa un segreto, quando al termine dell’incontro tra alcuni coordinatori provinciali e regionali, dichiara che «sarebbe bello poter chiudere in gloria questa avventura». Un lungo cammino politico, fatto di ostacoli e strade tortuose, ma anche di risultati, che va avanti da dodici anni. Il premier è già qualche mese che fa amarcord quando parla di sé e del suo percorso, forse per rimettersi in discussione e per tentare il rilancio della coalizione, facendosi promotore, ancora una volta, di una realtà politica nuova, unitaria. Il presidente quando parla di partito unitario non parla per forza di sé come possibile leader, ma rilancia la mano a «quel candidato migliore di lui, capace di rappresentare tutte le anime del centrodestra». Davanti alle dichiarazioni su un possibile dietrofront del Cavaliere, non si perde tempo e già si entra in clima di totonomine. Nel «balletto dei nomi», tra i papabili, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, orgoglio politico del presidente. Indiscussa la pool di Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini. A ribadire la volontà di voler procedere alla nascita di «un nuovo soggetto unitario, necessario alla storia», il suo appello ad appoggiare «il comitato costituente», previsto per fine luglio. Il progetto sarà allargato non solo ai partiti della Cdl, ma anche ai movimenti e associazioni vicini all’area di centrodestra (come il movimento di Raffaele Lombardo in Sicilia o come quello che oggi lancerà l’ex coordinatore del Veneto di Forza Italia Giorgio Carollo). Anche oggi, alla seconda assemblea dei club di Liberal capitanati da Ferdinando Adornato, tema centrale del dibattito sarà il partito unitario. Certamente ci sono ancora molti nodi da sciogliere, ed è difficile pensare che si riesca ad affrontarli tutti nelle prossime settimane. E intanto tenta di segnare una prima traccia, richiamando la Cdl a «una maggiore coesione» - in Parlamento e nel dibattito sulla casa comune - che dovrebbe portare al partito unitario dei moderati».

Presto, tutti i parlamentari dovrebbero ricevere una lettera con la richiesta un maggior impegno in tal senso.

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