Roma - La giornata Silvio Berlusconi la passa ad Arcore, a studiare i dossier sull’appuntamento di oggi a Danzica - dove si celebrano i 70 anni dall’inizio della Seconda guerra mondiale - ma anche a preparare la ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, che si chiuderà formalmente giovedì mattina con il primo Consiglio dei ministri del dopo vacanze. Sul tavolo, ovviamente, anche il caso sollevato dal Giornale sul direttore di Avvenire Dino Boffo e la partita delle candidature e delle alleanze per le regionali del 2010.
Presidente, il direttore dell’«Osservatore romano» Giovanni Maria Vian ha definito «eccellenti» i rapporti tra Santa Sede e governo e ha detto che il quotidiano dei vescovi «Avvenire» ha fatto «qualche scelta imprudente». A qualcuno è sembrata una presa di distanza dalla Cei...
A proposito di questa vicenda ho già detto tutto quello che dovevo dire. E davvero non vorrei aggiungere altro».
In questi ultimi giorni si è polemizzato molto sulla sua decisione di partecipare al primo anniversario del Trattato tra Italia e Libia. L’opposizione - Udc compresa - sosteneva che non sarebbe dovuto andare a Tripoli...
Anche i giornali non hanno colto l’importanza di quella visita, a cui non ho partecipato solo io ma anche 340 italiani che erano stati quasi tutti allontanati dalla Libia e che oggi hanno potuto finalmente vedersi riconosciuta la possibilità di tornare nella terra che li aveva visti nascere».
Lei ha sempre sottolineato l’importanza della cosiddetta «diplomazia commerciale» che non ha però sopito le polemiche dell’opposizione. Se lo aspettava?
«Sono critiche come sempre fuori luogo. E arrivano da chi è stato amico dell’Unione Sovietica e della Cina comunista ed è ancora amico di Fidel Castro. Fanno ridere, visto che non si sono mai posti alcun problema quando al governo c’erano loro. Eppure, i 1.700 chilometri dell’autostrada che collegherà Egitto e Tunisia vedranno impegnate aziende italiane, mentre l’Ansaldo Breda fornirà la parte tecnica dei treni ad alta velocità che serviranno tutte le più importanti città libiche. A Tripoli, ho tenuto un trilaterale con il primo ministro e l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni e lunedì prossimo i due avranno un incontro per finalizzare le concessioni e i contratti per Enel. Tutti successi che a questo governo non vengono riconosciuti, come la recente assegnazione a Impregilo del raddoppio del Canale di Panama, un’opera epocale. Ecco, mi pare che la nostra diplomazia commerciale stia dando risultati straordinari».
Giovedì primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. Da dove si ricomincia?
«Dal piano per le cento città nei capoluoghi di provincia. Saranno insediamenti di case per i giovani, con pagamento di rate di mutuo più basse dei canoni di locazione di mercato. L’avevamo promesso in campagna elettorale e ora stiamo per entrare nella fase definitiva del progetto».
La consegna delle case all’Aquila per metà settembre è confermata? «L’appuntamento è ad Onna per il 15 settembre. Ma sarò ancora all’Aquila prima di quella data, per ringraziare operai e maestranze che hanno lavorato notte e giorno, non solo ogni sabato e ogni domenica, ma anche a Ferragosto».
Dopo la consegna delle prime case, comunque, ci sarà ancora chi resterà nelle tendopoli...
«No. Stiamo preparando un piano per la collocazione in abitazioni provvisorie anche di chi avrà la casa definitiva dopo l’inverno».
Sul fronte economico continua ad essere ottimista?
«È necessario avere fiducia. Ma dobbiamo concentrarci su come continuare a garantire la pace sociale. Abbiamo aperto la cassa integrazione anche agli artigiani, perché nessuno deve sentirsi abbandonato. Nei momenti difficili la prima preoccupazione di un governo deve essere quella di aiutare chi perde il posto di lavoro».
Candidature e alleanza per le regionali del 2010 sono ormai questioni in agenda. È possibile un’alleanza con l’Udc?
«È uno dei temi che il Popolo della libertà dovrà affrontare al più presto nelle riunioni dei suoi organi direttivi. Staremo a vedere».
C’è stata molta polemica anche sulla sua decisione di querelare «Repubblica», cosa ne pensa?
«Non ho querelato Repubblica. Ho avviato una causa civile.
Pensa che il quotidiano di Ezio Mauro andrà avanti?
«Non deve chiederlo a me, lo chieda a loro. Se vogliono continuare a perdere lettori e credibilità facciano pure».
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