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Berlusconi: "Analogie tra me e Trump ​ma io non interpreto la destra"

Berlusconi: "Trump votato da gente stanca". E su Salvini: "Il problema degli italiani non è il nome del leader"

Berlusconi: "Analogie tra me e Trump ​ma io non interpreto la destra"

"Alcune analogie sono evidenti, anche se la mia storia di imprenditore è molto diversa, ma io non interpreto la destra, rappresento un ceto liberale e popolare, nel quale sono confluite le migliori tradizioni politiche del nostro Paese: da quella cattolica a quella del socialismo riformatore, da quella del liberismo a quella della destra democratica e responsabile". In una intervista al Corriere della Sera, Silvio Berlusconi non respinge il paragone con Donald Trump ma rimarca anche le differenze. Il leader di Forza Italia invita comunque a "lasciar lavorare" il neo presidente degli Stati Uniti "votato da tutti gli americani stanchi di una politica vecchia, chiusa in se stessa, diventata incapace di ascoltare e capire".

Dalla politica internazionale al No al referendum sulle riforme costituzionali, dall'alleanza strategica con Vladimir Putin al futuro del centrodestra. Nella lunga intervista con Francesco Verderami, Berlusconi spazia a trecentosessanta gradi i grandi temi di attualità, partendo ovviamente dall'elezione di Trump alle presidenziali statunitensi. Un'elezione che ha lasciato l'amaro in bocca a molti progressisti nostrani che tifavano apertamente Hillary Clinton e che accusavano il tycoon di essere "come Berlusconi". Il voto americano ha piegato la spocchia della sinistra aprendo una nuova stagione sia per gli Stati Uniti sia per l'Occidente. In una attenta analisi Berlusconi non manca di notare le analogie con il suo programma di governo. La "politica fiscale", innanzitutto. Ma anche "l'accento posto sul controllo dell'immigrazione e sulla legalità". E, soprattitto, l'apertura alla Russia di Putin. "Abbiamo bisogno della Russia - spiega il Cavaliere - per affrontare, insieme, i problemi drammatici dello scacchiere internazionale". Per il leader di Forza Italia "non sono invece condivisibili le scelte protezionistiche e le tentazioni isolazionistiche che ha espresso". "Però - ci tiene a sottolineare nell'intervista al Corriere della Sera - la politica mi ha insegnato che i leader non si giudicano sui programmi, si giudicano sui comportamenti. Lo vedremo all'opera".

Berlusconi frena sull'ipotesi che sia il segretario della Lega Matteo Salvini il prossimo leader del centrodestra. "Non penso che Salvini creda davvero che oggi il problema che interessa gli italiani, o anche solo i nostri elettori, sia il nome del leader - spiega - prima bisognerà verificare e capire tante cose: come andrà il referendum e con quale legge elettorale si andrà a votare". Quindi ribadisce che "è ingenuo immaginare di crescere politicamente soltanto esasperando i toni e alimentando le polemiche". L'ex premier poi insiste: "Dopo il referendum, con la vittoria del No, ci dovremmo porre un solo problema: quello di far andare al più presto il Paese alle urne, con un sistema elettorale condiviso che possa funzionare davvero".

Berlusconi ripete come il rischio, "stante l'attuale legge elettorale", sia quello di una "deriva autoritaria", quindi "ora pensiamo a far vincere il No. Sarà poi il presidente della Repubblica a decidere la formula di governo più adeguata. E noi ci regoleremo di conseguenza". Per quanto riguarda poi la possibile nuova legge elettorale Berlusconi chiede un sistema proporzionale a turno unico. "La realtà politica è cambiata - argomenta - un tempo esistevano due poli ora ne esistono tre". Serve dunque una legge che, "impedendo finalmente ogni possibilità di brogli, garantisca la corrispondenza fra la maggioranza in Parlamento e la vera maggioranza degli italiani. In questo caso noi ci candideremo per vincere.

Saranno altri a doversi porre il problema di collaborare con noi".

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