Berlusconi assente al processo Mills: governo in campo sulla crisi in Libia

MilanoIl precipitare della crisi in Libia mette bruscamente fine alla ridda di ipotesi che da giorni animava il palazzo di giustizia milanese: verrà o non verrà, l’imputato Silvio Berlusconi, all’udienza di lunedì prossimo del processo Mills? Il tam tam era stato innescato dalle dichiarazioni dei difensori del Cavaliere, che - dopo l’accordo raggiunto con i vertici del tribunale milanese - avevano annunciato l’intenzione del loro assistito di essere presente in aula tutti i lunedì.
Ma dopodomani - fa sapere ieri sera l’avvocato Piero Longo - Berlusconi al processo per la presunta corruzione dell’avvocato Mills non ci sarà: è impegnato a Roma, a presiedere il consiglio dei ministri sulla situazione in Libia. È un impegno cui, in passato, i legali del premier avrebbero probabilmente attribuito rilevanza più che sufficiente per chiedere il rinvio dell’udienza: ma ieri Longo fa sapere che, proprio per rispetto delle intese informali con i giudici milanesi, Berlusconi non si opporrà al regolare svolgimento dell’udienza. Così sul banco dei testimoni potranno andarsi a sedere i consulenti della Procura, chiamati a guidare i giudici nel complicato giro di conti esteri controllati da Mills sui quali, secondo la Procura, approdarono i soldi per l’avvocato, come «ringraziamento» da parte della Fininvest per le sue dichiarazioni ai pm milanesi.
Ma l’appuntamento con la presenza di Berlusconi in aula è solo rinviato. «Il presidente intende essere sempre presente», è la linea enunciata dai suoi legali. Il dubbio semmai è se il processo Mills sia, crisi libica a parte, il più adatto per inaugurare la nuova strategia: per il semplice motivo che nell’aula del processo Mills le telecamere non sono ammesse. I fotografi nemmeno. E, come si sa, al giorno d’oggi senza immagini la notizia vale pochino.
A decidere di tenere fuori i reporter dell’immagine dall’aula dove si celebra il dibattimento è stata Francesca Vitale, presidente del collegio chiamato a processare il premier. Si tratta di una decisione nel solco di quella presa dal giudice Nicoletta Gandus, quando Berlusconi era imputato insieme all’avvocato Mills: per consentire un «sereno svolgimento» delle udienze, la Gandus aveva deciso di consentire l’ingresso in aula solo ai cronisti ma non ai fotocineoperatori.
La Vitale, che ha ereditato il processo stralcio al capo del governo, nonostante le reiterate proteste dei fotografi e delle testate televisive ha mantenuto la stessa linea. Difficile che si faccia une eccezione proprio nel caso della presenza di Berlusconi in aula.


Insomma, se la decisione del premier di venire in aula risponde anche ad una esigenza di immagine, potrà manifestare appieno i suoi effetti soprattutto alle udienze del processo per i diritti tv, dove il giudice Edoardo d’Avossa ha deciso invece di dare piena cittadinanza alla «prova tv».

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