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Berlusconi assicura: "Elezioni a febbraio, con Alfano candidato"

Il premier ribadisce: "Prima la legge di stabilità, poi le dimissioni". Smentisce l'ipotesi di un governo tecnico e assicura: "Non mi ricandido"

Berlusconi assicura: "Elezioni a febbraio, con Alfano candidato"

Dopo l'approvazione della legge di stabilità, Silvio Berlusconi si dimetterà e chiederà al Colle di indire elezioni a inizio febbraio. Intervistato da diverse testate, il Cavaliere ribadisce la road map decisa ieri e assicura che non sarà lui il prossimo candidato del centrodestra, ma il segretario del Pdl Angelino Alfano, che é "bravissimo" ed è "accettato da tutti e sarebbe sbagliato bruciarlo adesso provando a immaginare un nuovo governo guidato da lui". Questo non esclude le primarie: a decidere il candidato del centrodestra saranno comunque "le consultazioni tra il milione e duecentomila iscritti al Popolo della Libertà", ha detto il presidente del Consiglio a Mattino 5

Smentita quindi l'ipotesi che, una volta approvate le misure promesse all'Unione europea, il premier possa chiedere la fiducia o che ci possa essere un governo tecnico: ""Non intendo fare un governo con il Pd, non voglio certo chiudere andando con loro, dall' altro lato Casini ha detto chiaramente che un accordo con noi non gli interessa, e allora la matematica dice che non ci sono altre strade", ha detto alla Stampa, aggiungendo che la legge di stabilità sarà approvata a breve, addirittura entro la fine del mese, ma senza che venga posta la fiducia: "E' importante fare veloci: prima facciamo e prima usciamo da questa giostra infernale, da questa situazione incredibile, con i mercati che premono". Gli stessi mercati che non sono solo una minaccia, ma "un'opportunità: ci spingono a fare le riforme che non siamo mai riusciti a fare. Non le dobbiamo vivere come un'imposizione, ma come un'occasione".

Se la tabella di marcia verrà rispettata, a febbraio si tornerà alle urne, anche "la facoltà di decidere" spetta al presidente della Repubblica che "darà inizio alle consultazioni", ricorda al Gr1 Berlusconi. "Vedremo come sarà il finale. Ho anteposto l'interesse del Paese a quello mio personale, del mio governo e della mia parte politica". Per il centrodestra, inoltre, a parte la candidatura di Alfano, manterrà l'asse Pdl-Lega: "Bossi mi è sempre stato fedele e con Alfano candidato non è scritto da nessuna parte che gli italiani siano pronti a consegnare il Paese nelle mani di una alleanza che parte dal centro e arriva fino a Bersani, Vendola, Di Pietro. Penso che sia qualcosa di indigeribile alla maggioranza degli italiani".

Il premier appare deluso e sconsolato, che si chiese se è "un capo del governo uno che non riesce a far fare al ministro dell'Economia la politica economica in cui crede?". Il riferimento è a Tremonti che "alla fine fa sempre quel cavolo che gli pare e a me resta solo da fare l'ordine del giorno del consiglio dei ministri". È anche per questo che prima di dimettersi, Berlusconi vuole mantenere l'impegno preso con l'Europa: "Dobbiamo dare un segnale forte, l'opposizione invece non sa fare altro che chiedere le mie dimissioni, ma divisa come è, e succube come è degli estremismi e dei sindacati di sinistra, non si è mai dichiarata pronta a votare i programmi e le riforme liberali che l'Europa ci chiede", ha detto a Mattino 5.

Si prospetta un ritiro dalla politica per Silvio Berlusconi? Lui ammette: farà "il padre fondatore" del Pdl e "magari mi rimetterò a fare il presidente del Milan".

Ma certo "una mano in campagna elettorale" potrà darla, visto che "quella è una cosa che mi è sempre riuscita benissimo".

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