Berlusconi: «Basta ambiguità noi stiamo con Israele»

Il leader della Cdl attacca i «sedicenti pacifisti» dell’Unione: no all’equidistanza

Adalberto Signore

da Roma

Ai suoi lo andava ripetendo da qualche giorno. Perché, spiegava indignato, «è incredibile che in un momento così delicato per il Medio Oriente e soprattutto per il popolo israeliano, si debba assistere a questo balletto delle ambiguità da parte di chi ricopre importanti cariche istituzionali». Un concetto ribadito con forza ancora ieri mattina e in più d’una telefonata: «Ma quale equidistanza, noi stiamo con Israele. E basta!».
Così, saputo della veglia organizzata dalla Comunità ebraica di Roma, Silvio Berlusconi decide che è arrivato il momento di prendere una posizione netta. E, presa carta e penna, invia un messaggio di solidarietà «a tutto il popolo di Israele», vittima di «un’aggressione preordinata e concentrica coordinata e sostenuta da Paesi autoritari o teocratici» che «predicano la distruzione dell’unica democrazia del Medio Oriente». È per questo, spiega il leader di Forza Italia, che «non è possibile invocare alcuna posizione di “equidistanza” o alcun irrealizzabile tentativo di mediazione». E alle parole di affetto verso la comunità ebraica, il Cavaliere fa seguire un durissimo j’accuse contro i «sedicenti pacifisti nostrani» perché «oggi la scelta è tra terrorismo e democrazia».
«Condivido - dice rivolto agli organizzatori della veglia davanti alla sinagoga di Roma - l’ansia e il dolore della vostra comunità per le notizie di distruzione e per i fuochi di guerra che vengono dalla terra d’Israele, colpita da un aggressione proditoria, programmata e freddamente portata a termine dal confine nord con il Libano, e da Sud, da Gaza». Una «violenta offensiva partita da territori che il governo di Gerusalemme ha volontariamente abbandonato in nome di quella parola d’ordine, “pace contro territori”, con la quale Israele testimoniò in tempi diversi la volontà di aprire un percorso di pacificazione con i suoi vicini». Ed è anche per questa ragione, spiega Berlusconi, che «nella recente riunione del G8 di San Pietroburgo è stato giustamente confermato il diritto di Israele di difendersi contro attacchi gravissimi, perché portati nel suo territorio con l’assassinio e il rapimento di suoi soldati e suoi cittadini».
«Aggressione», è la parola che più d’una volta ripete l’ex presidente del Consiglio. «Preordinata e concentrica, coordinata e sostenuta - attacca Berlusconi - da Paesi autoritari o teocratici che predicano la distruzione» di Israele. Dunque, la cosiddetta «equidistanza» o «irrealizzabili tentativi di mediazione» non fanno parte delle alternative percorribili. «È una scelta - dice ancora il presidente di Forza Italia - che non ha nulla a che vedere con la dottrina, che condividiamo tutti, dei “due popoli e due Stati”. È una scelta tra terrorismo e democrazia: noi, a differenza dei sedicenti pacifisti nostrani, non abbiamo dubbi nello schierarci dalla parte di Israele e del suo diritto a esistere».


Per questa ragione Berlusconi spiega di «sentire la necessità di mobilitare l’opinione pubblica italiana e internazionale in difesa d’Israele». Perché «l’attacco» di cui è vittima «è parte dell’offensiva che il terrorismo ha scatenato contro il mondo libero».

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