Berlusconi: "Basta clima giustizialista" Finiani: "Pronti a sfiduciare Cosentino"

La denuncia del premier: "Stanno cercando di far ripiombare il Paese in un clima giacobino e giustizialista". Opposizione pronta a presentare la sfiducia a Cosentino. Granata: "La voteremo se il sottosegretario non si dimette prima". Nuovo scontro tra Bocchino e Bondi. Il finiano: "Mozioni contro Cosentino". E il ministro: "Il suo ruolo è nefasto"

Berlusconi: "Basta clima giustizialista"
 
Finiani: "Pronti a sfiduciare Cosentino"

Roma - "Impedirò questo clima giacobino e giustizialista". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è pronto a impegnarsi per evitare che il Paese sia nuovamente gettato in quella "vecchia politica" fatta di burrasche giudiziarie. Intanto i finiani fanno da sponda all'opposizione valutando la possibilità di appoggiare la sfiducia al sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino. E' proprio il finiano Fabio Granata a insistere: "Se Cosentino non si dimette prima, voteremo la sfiducia".

Il no alla vecchia politica "Il clima giacobino e giustizialista nel quale alcuni stanno cercando di far ripiombare il nostro Paese non è certo d’aiuto - ha assicurato il premier - ma ancora una volta metterò tutto il mio impegno personale, assieme a quello del Governo e della coalizione da me guidati e legittimati costantemente dal sostegno dei cittadini, per impedire ritorni ad un passato che gli italiani non vogliono più". Personalmente Berlusconi intende "restare fuori dalle artificiose burrasche scatenate dalla vecchia politica politicante e da quanti, in maniera irresponsabile, giocano una partita personale a svantaggio dell’interesse di tutti". Il premier ha spiegato che "il Paese, in questa fase di uscita dalla crisi economica globale, ha bisogno di scelte precise e di responsabilità e quindi di una piena governabilità".

Smentite le indiscrezioni sulla sfiducia Una nota del Popolo delle Libertà ha smentito le indiscrezioni secondo cui Berlusconi avrebbe paventato l’esclusione dal Pdl per i parlamentari che dovessero votare a favore delle mozioni di sfiducia delle opposizioni nei confronti dei Sottosegretari del Governo Cosentino e Caliendo. "Il Presidente Berlusconi non ha parlato oggi con alcuno in merito ad eventuali mozioni di sfiducia nei confronti di chicchessia né il tema è stato affrontato con alcun esponente del Pdl", si legge nella nota.

I finiani valutano la sfiducia Dopo La presa di posizione di Italo Bocchino, un altro finiano doc è passato all'attacco. "Se non si dimette prima, voteremo la sfiducia", ha spiegato Fabio Granata annunciando il voto favorevole alla mozione a Cosentino che è stata presentata dall’opposizione. "Bisogna che si tolga l’imbarazzo dall’Aula. Noi non ci nasconderemo dietro il voto segreto - ha continuato Granata - riteniamo che non ci siano più le condizioni politiche perché Cosentino stia al governo, così come riteniamo che non ci siano più le condizioni affinché Verdini sia coordinatore del Pdl". Questa posizione, sottolinea Granata, non significa sostituirsi ai giudici, ma si tratta solo di una presa di posizione politica: "Berlusconi può dare un grande segnale". A chi gli riferisce che da ambienti vicino al premier sia trapelata la volontà di allontanare dal partito chi vota una mozione di sfiducia contro esponenti del Pdl, Granata replica: "Vorrà dire che ci cacceranno tutti per antimafia".

Fini chiede un "segnale" Raccontano di un Gianfranco Fini molto preoccupato per le ultime inchieste giudiziarie che coinvolgono esponenti di spicco del Pdl. Chi ha avuto modo di parlargli in queste ore lo ha trovato determinato a portare avanti la battaglia per la legalità, suo cavallo di battaglia da mesi. Ad allarmare il presidente della Camera è in particolare il caso Cosentino, che apre scenari politici imprevedibili e dannosi all’immagine della coalizione di centrodestra. L’ex leader di An, riferiscono autorevoli fonti della maggioranza, attende segnali concreti da Berlusconi sul fronte della legalità.

Fini non pensa affatto di lasciare il Popolo della libertà e non lo sfiora nemmeno l’idea di abbandonare a se stesso il premier, ma si aspetta un’assunzione di responsabilità da parte di tutti per ripartire lasciando fuori ogni polemica.

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