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BERLUSCONI: "DALL'ITALIA SOLO BASI PRONTI AI RAID, MA NON SERVIRANNO"

Il presidente del Consiglio dopo il vertice di Parigi: l’Italia parteciperà alle operazioni mettendo a disposizione della coalizione sette basi aeree. In caso di necessità, successivamente è disponibile ad intervenire direttamente con i propri mezzi

BERLUSCONI: "DALL'ITALIA SOLO BASI 
PRONTI AI RAID, MA NON SERVIRANNO"

Parigi - Il contributo dell’Italia all’intervento militare contro la Libia è per il momento quello di mettere a disposizione della "coalizione dei volenterosi" le sue sette basi aeree: in caso di necessità, successivamente è disponibile ad intervenire direttamente con i propri mezzi. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al termine del vertice di Parigi sull’intervento militare in Libia. "Già le basi sono una partecipazione importante, indispensabile - ha detto il premier - l’Italia per il momento mette a disposizioni le basi. Potrà essere richiesto all’Italia di intervenire ma per il momento abbiamo ancora la speranza che ci possa essere un ripensamento da parte del regime libico e che possa ritenere di sua convenienza porre fine alla repressione".

Nessun missile può raggiungere l'Italia "Non corriamo il rischio di essere colpita da rappresaglie libiche", ha detto il presidente del Consiglio. "Vorrei tranquillizzare i nostri concittadini - ha detto Berlusconi - le nostre forze armate ieri hanno fatto un’esame approfondito sulla disponibilità delle armi della Libia. La conclusione certa è che non ci sono in questo momento armi in grado di raggiungere il territorio italiano".

Sede coordinamento a Napoli Berlusconi pensa che "la base Nato di Napoli sarà fissata come sede per il coordinamento delle operazioni" militari decise oggi contro la Libia di Gheddafi. 

Spero ancora nel ripensamento di Gheddafi Il presidente del Consiglio non ha perso la speranza che Gheddafi interrompa la repressione delle proteste senza bisogno di ulteriori interventi: come ha detto al termine del vertice riferendosi a quando potrebbe essere il momento per un intervento italiano, "abbiamo ancora la speranza che ci possa essere un ripensamento da parte del regime libico". Questo ripensamento, secondo il premier, sarebbe determinato da "questo schieramento globale della comunità internazionale e non soltanto di quella occidentale ma anche dei paesi arabi". La speranza, quindi, sarebbe che "lo stesso regime libico possa ritenere di sua convenienza porre fine alle attività di contrasto alla popolazione civile". Sull’opportunità di un’uscita di scena del leader libico, Berlusconi ha sottolineato che "tutta la comunità internazionale pensa che sia difficile che un regime durato 41 anni possa continuare anche dopo questi accadimenti". Ma, ha sottolineato, "la preoccupazione di oggi è che ci sia un cessate il fuoco e che non ci siano più vittime civili. Poi ci sarà il percorso diplomatico".

Napolitano: compiaciuto per esito vertice Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato informato telefonicamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri dell’andamento e dell’esito della riunione di Parigi. Il Capo dello Stato si è compiaciuto dell’importante intesa raggiunta, per il contributo dato e per l’impegno assunto dall’Italia.

Lo rende noto un comunicato del Quirinale.

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