Berlusconi dice basta: «I portavoce dell’Europa ora devono tacere»

nostro inviato a Danzica

Nel giorno in cui si celebra il settantesimo anniversario dell'invasione tedesca della Polonia - e dunque l'inizio della Seconda guerra mondiale - Silvio Berlusconi apre l'ennesimo fronte di questi giorni, chiamando direttamente in causa l'Unione europea e la sua Babele comunicativa che ormai sembra davvero non reggere più. L'ultimo fronte del Cavaliere, dunque, dopo la causa civile a Repubblica, quella ad Antonio Di Pietro e la risposta durissima ad Ezio Mauro. Un fronte che trova una ragione nella pratica piuttosto curiosa per cui la dichiarazione di un portavoce di un commissario europeo diventa subito materia di ampio dibattito politico in Italia. Di un portavoce, si badi bene, e non del commissario.
Così, appena messo piede a Danzica, il premier risponde a muso duro all'annuncio di chiarimenti, inoltrato da Bruxelles alle autorità italiane e maltesi, per avere informazioni sull'ultimo episodio di respingimento al largo della Libia. «Non è vero» che sia giunto un richiamo nei confronti del nostro Paese, chiarisce. Il punto è che «si strumentalizzano espressioni di portavoce». Per capirci, si prendono a prestito posizioni individuali, spacciandole per una posizione unitaria dell'Ue, in modo da montare un nuovo caso politico. Insomma, «è un problema che porterò sul tavolo del prossimo vertice dei capi di Stato e di governo». Una posizione «decisa e precisa», con Berlusconi convinto che la situazione sia ormai diventata insostenibile. Tanto da lanciare un messaggio eloquente: «Non daremo più il nostro voto, bloccando di fatto il funzionamento del Consiglio europeo, ove non si determini che nessun Commissario europeo e nessun portavoce di Commissione possa intervenire più pubblicamente su alcun tema». Una linea che il Cavaliere aveva sposato anche qualche mese fa ma che ieri ha ribadito decisamente con più fermezza: «Deve spettare solo al presidente della Commissione e al suo portavoce di intervenire, e chiederò che commissari e portavoce che continuino nell'andazzo di tutti questi anni vengano dimissionati in maniera definitiva». Perché, insiste, le dichiarazioni dei portavoce della Commissione creano una situazione «che non si può accettare» visto che «si danno alle opposizioni di ogni Paese delle armi che invece non esistono».
Un affondo che spiazza però Dennis Abbott, portavoce agli Affari regionali, che si dice «molto sorpreso» dalle affermazioni di Berlusconi. «Da giorni - replica - ripetiamo che la Commissione non sta criticando nessuno Stato. La richiesta di informazioni a Italia e Malta fa parte di una procedura normale, la Commissione intende sostenere l'Italia e tutti gli Stati Ue sottoposti alle pressioni migratorie».
Posizione piuttosto simile per Johannes Laitenberger, portavoce del presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso: «Se chiediamo informazioni, questo non rappresenta una critica. Sull'argomento dell'immigrazione, così come su altri temi, lavoriamo con l'Italia in modo obiettivo e corretto». La Commissione Ue, continua Laitenberger, fa comunicazione «come previsto dai Trattati Ue». «Lavoriamo in modo intenso, obiettivo e leale con l'Italia» e in questo contesto, aggiunge, «non vi è alcuna ragione per polemiche» perché «niente di quel che è stato detto va inteso come una critica».
Parole alle quali segue un'immediata presa di posizione di Palazzo Chigi, da cui emerge soddisfazione per la precisazione. Proprio per questo motivo, aggiunge lo staff del presidente del Consiglio, «qualsiasi altra interpretazione è da considerarsi frutto di strumentalizzazioni politiche a fini interni».
Da Danzica - dove partecipa alle celebrazioni insieme al cancelliere Angela Merkel e al premier russo Vladimir Putin («siamo tutti qui perché quegli orrori non si ripetano mai più») - Berlusconi torna anche sulla polemica legata alle Frecce tricolori.

E prima della loro esibizione sul cielo di Tripoli per la parata militare che celebra il 40º anniversario dell'arrivo al potere del colonnello Gheddafi fuga ogni dubbio sul colore della fumata. «Le Frecce voleranno con la scia tricolore». Altrimenti niente parata? «Esatto».

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