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Berlusconi: "Fiducia o voto a dicembre Non giustificabile governo di sconfitti"

Riuniti i vertici del partito per rilanciare l’azione di governo su cinque punti. Al termine della riunione il premier legge il documento di 10 pagine. I punti cardine federalismo, con meno tasse, e la riforma della giustizia: due Csm, processo breve e scudo per le alte cariche. "Se non ci sarà la maggioranza al voto entro dicembre: noi siamo pronti". Bocchino: "Nessuna novità, al 95% fiducia scontata". Bersani: "Fallimento totale". Cicchitto: "Fini faccia una scelta chiara"

Berlusconi: "Fiducia o voto a dicembre 
Non giustificabile governo di sconfitti"

Roma - Un documento limato nelle sei ore di vertice. Ma chiaro negli obiettivi per la fine della legislatura e durissimo nei confronti di ipotesi di ribaltoni e governi tecnici. Su cui chiedere la fiducia in parlamento altrimenti il voto a dicembre. "Nelle elezioni del 2008, anche grazie alla legge elettorale, si è realizzata la novità assoluta che gli elettori scelgono il primo ministro, l’alleanza e il programma di governo. Questa è una novita che non può essere cancellata, nel rispetto del popolo sovrano. Per quetso non sarebbe giustificabile un governo di sconfitti". È la premessa del documento di 10 pagine messo a punto dal vertice del Pdl e letto dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. "Non si può indulgere di fronte al tentativo che minoranze militanti della magistratura, ispirate da teoremi politici, cerchino di porre in atto fin dal ’94, di abbattere il governo legittimo in nome di una presunta superiorità morale, attraverso sentenze ispirate da teoremi politici anzichè da un’autentica esigenza di giustizia". Cinque i punti su cui verrà chiesta nuovamente la fiducia a Camera e Senato: federalismo fiscale, fisco, mezzogiorno, giustizia e sicurezza. Poi il Cavaliere chiarisce: "Se non avremo la maggioranza allora al voto a dicembre, meglio non perdere tempo prezioso. E se si votasse a breve, stando ai focus sugli elettori, la maggioranza Pdl e Lega avrebbero oltre il 50% dei consensi". Poi avverte i finiani: "Non siamo più disposti alle trattative come in passato".

Il federalismo fiscale Prima Berlusconi ricorda i risultati del governo: "La manovra varata ha messo l’Italia a riparo
dalla crisi finanziaria che ha colpito la Grecia". Quindi guarda al futuro: "La riforma del federalismo fiscale non comporterà assolutamente maggiori costi" e per quanto riguarda "la pressione fiscale è destinata progressivamente a dimuinire". Poi annuncia: "Verrà portato in parlamento il piano per il Sud".

La giustizia "Si rende necessario anche per via costituzionale una riforma della disciplina dei magistrati e un intervento sul Csm con una riforma costituzionale" allo scopo di avere "due organismi separati per la magistratura" si stabilisce nel documento del Pdl. "Attueremo una riforma complessiva della giustizia sia civile sia penale con l’obiettivo di rendere effettivo l’articolo 111 della costituzione realizzando finalmente il giusto processo. Approveremo una legge a tutela delle alte cariche istituzionali, già ora al Senato e che verrà approvata in tempi celeri anche alla Camera. E si dovrà procedere al più presto all’approvazione definitiva del ddl intercettazioni" spiega il premier.

La sicurezza "Sul tema dell’immigrazione il governo intende proseguire con la politica dei respingimenti" dice il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa al termine del vertice Pdl.

Bocchino: "Voteremo la fiducia" "Per noi non c’è nessun elemento di novità o di sorpresa, anzi, ci sembra un documento lapalissiano per quanto ci riguarda, in quanto facciamo parte di questa maggioranza e intendiamo restarci. Al 95% la fiducia è scontata". Il capogruppo finiano alla Camera, Italo Bocchino, commenta a caldo il documento programmatico uscito dal vertice del Pdl. In particolare Bocchino ci tiene a sottolineare che questi punti, "per l’80%, danno ragione alle richieste di Gianfranco Fini, prima alla direzione del partito e poi nell’intervista a Giuliano Ferrara". E dunque: "Il federalismo senza sgravi fiscali è una richiesta di Fini, la riforma fiscale è un’altra richiesta di Fini, così come il piano per il Sud". Per quanto riguarda la giustizia, il tema più caldo, Bocchino ricorda "di esserci impegnati nel programma elettorale". E quindi "sì alla riforma complessiva della giustizia, e sì anche al ddl sulle intercettazioni", con l’unica eccezione del processo breve, che non è compreso nel programma. "Lo valuteremo nel merito - assicura il capogruppo Fli - così come abbiamo fatto fino ad ora. Su questo punto non ci siamo impegnati con gli elettori, ma ascolteremo quello che avrà da dire il premier". Infine il quinto punto, quello sulla sicurezza: "Siamo certamente favorevoli al contrasto dell’immigrazione clandestina - dice - ove sia accompagnata dalla capacità di favorire una reale integrazione". Insomma, conclude l’esponente finiano "daremo il nostro voto a questo programma, e la fuducia al governo".

"Bersani: "Certificato il fallimento di due anni" Che cosa c'è di nuovo sotto il sole? Berlusconi racconta favole, ragiona da caudillo sui temi della democrazia, della Costituzione, della legge elettorale e, al dunque, vuole il suo 'processo breve'. Il documento Pdl - afferma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani in una nota - certifica, in realtà, il fallimento di questi due anni di governo e non offre base alcuna per affrontare i problemi reali del Paese, dei quali non si mostra la minima consapevolezza. Adesso la parola è al Parlamento. Noi - conclude Bersani - apriremo il confronto tra tutte le forze di opposizione e apriremo la nostra mobilitazione nel paese. Certamente, con un Governo così non si può andare avanti".

Vertice di sei ore L'aveva detto all'ingresso. "Con i politici non si può mai sapere". Al suo arrivo a Palazzo Grazioli, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di rientro dalla Sardegna non si era sbilanciato sulla durata e l'esito del vertice con i maggiorenti del partito. Il premier ha riunito i vertici del partito per rilanciare l’azione del governo attraverso quattro punti. All'ordine del giorno: giustizia, fisco, federalismo e Mezzogiorno. Oltre sei ore è durata la riunione del Pdl per fare il punto in vista della ripresa politica di settembre dopo la rottura con i finiani all'interno del centrodestra.

Il vertice A Palazzo Grazioli per il vertice del Pdl si sono ritrovati tutti i maggiorenti del partito compresi il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Tra i primi a giungere nella residenza romana del premier uno dei coordinatori del partito, Denis Verdini, il ministro Altero Matteoli, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ancora con le stampelle per l’intervento al ginocchio. Ad attenderli insieme al Cavaliere il sottosegretario Gianni Letta e il deputato e avvocato del presidente del Consiglio, Niccolò Ghedini. Ci sono anche i capigruppo a Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, il vicecapogruppo a Palazzo Madama, Gaetano Quagliariello e il ministro e coordinatore, Sandro Bondi.

Capezzone: "Abbiamo fischiato la fine della ricreazione" Daniele Capezzone, portavoce Pdl, in una nota afferma: "Silvio Berlusconi ha ancora una volta avuto il merito, con il documento e le dichiarazioni di ieri, di fare chiarezza nell’interesse del Paese. Ha ribadito e precisato gli impegni fondamentali della seconda parte della legislatura, fissando le prossime tappe di un’azione di governo già ampiamente positiva e riformatrice, e infatti premiata dagli elettori. Così facendo, il Premier ha fischiato la fine della ricreazione, ponendo termine ai minuetti e alle chiacchiere. Ora vedremo, a settembre, chi sarà leale e chi no. È evidente che non può aprirsi nessun negoziato estenuante, nessun tira e molla, e che non può esserci alcuna riserva o retropensiero, da parte di chicchessia (votare sì sulla fiducia generale, ma poi ricominciare la guerriglia). Governo, maggioranza e Pdl non sono disposti ad accettare scenari confusi.

Se verrà meno un comportamento leale da parte di qualcuno, è evidente che si riaprirà lo scenario elettorale, e in tempi necessariamente molto stretti".  

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