RomaLintervento era in programma da tempo. E in più duna occasione Silvio Berlusconi aveva deciso di soprassedere, non solo per i tanti impegni istituzionali ma anche per una comprensibile ritrosia verso lanestesia generale. Superata ieri mattina, quando in una struttura del San Raffaele di Milano il Cavaliere è rimasto sotto i ferri per quattro ore per unoperazione di chirurgia maxillo-facciale. Un intervento per «riparare» la funzionalità della mandibola (con il reimpianto di un dente) compromessa dopo laggressione in piazza Duomo del 13 dicembre 2009. Passati quasi quindici mesi, dunque, il premier si porta ancora dietro i postumi della statuina che gli tirò sul volto Massimo Tartaglia. E che non sono ancora finiti se, come sembra, saranno necessari ancora sei o sette interventi di assestamento.
Unoperazione, spiega il medico personale del Cavaliere Alberto Zangrillo, «tecnicamente molto sofisticata» ma che è riuscita perfettamente se già nel pomeriggio Berlusconi è potuto rientrare ad Arcore dove a cena, come spesso accade il lunedì, ha poi ospitato i vertici della Lega guidati da Umberto Bossi e il ministro dellEconomia Giulio Tremonti. Con un menù che - non solo per ragioni cliniche - è stato tutto a base di riforma della giustizia e rimpasto. Con questultimo certamente più indigesto, visto che a ieri il Cavaliere e il Senatùr non avevano ancora trovato la quadra su come ricalibrare lesecutivo. Non solo per le note perplessità del Carroccio sullipotesi di lasciare al Responsabile Saverio Romano la poltrona del ministero dellAgricoltura (con Giancarlo Galan che andrebbe a sostituire Sandro Bondi alla Cultura), ma anche perché dal Quirinale è arrivato un deciso stop allipotesi - ventilata più volte dal premier negli ultimi giorni - di chiedere al Colle unallargamento della squadra dei sottosegretari. Napolitano, infatti, senza troppo girarci intorno avrebbe fatto filtrare a Gianni Letta non solo una certa irritazione ma anche una decisa contrarietà. Ragion per cui si complica anche la partita delle poltrone ministeriali che rischia di non poter essere compensata con le caselle dei sottosegretari. Tanto che la Lega pare intenzionata a puntare soprattutto sul giro di nomine delle aziende pubbliche (in pole position Marco Reguzzoni che dovrebbe lasciare la poltrona di capogruppo alla Camera) e sulle candidature alle amministrative (il Carroccio correrebbe volentieri con un suo candidato per il sindaco di Bologna). Quel che è certo è che la partita del rimpasto è destinata ad avere tempi lunghi, con lunica eccezione di Romano sempre che Bondi decida davvero di dimettersi.
Avanti tutta, invece, sul fronte giustizia. Con «la riforma epocale» che è in calendario per il Consiglio dei ministri di giovedì. Berlusconi rassicura tutti quelli con cui ha occasione di parlare e promette che ci sarà nonostante Zangrillo parli di quattro, cinque giorni di prognosi. In verità la sua presenza a Roma per giovedì mattina non è ancora così scontata ed è quindi sub iudice anche la riforma perché è chiaro che su un provvedimento del genere il Cavaliere vuole metterci la faccia in prima persona. Soprattutto ora che i magistrati hanno annunciato battaglia promettendo agitazioni e proteste e in vista anche della lunga sfilza di processi che lo attende. Senza considerare che ormai da giorni i rumors del Palazzo annunciano sorprese esplosive a nove colonne anche dallinchiesta napoletana sulla P4 che sta conducendo John Woodcock. Non è un caso che Berlusconi pare sia intenzionato a procedere a tappe forzate anche sul ddl intercettazioni nellattuale formulazione.
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