Berlusconi: «Ha vinto la cultura della morte» Lo sconforto del premier: «Profondo dolore e rammarico. Resa impossibile l’azione del governo per salvare una vita» Solo il giorno prima aveva chiesto notizie della donna, sfogandosi: discutono di cavilli

RomaIl premier Berlusconi c’ha provato in tutti i modi. Ha fatto di tutto per salvare Eluana ma lo sforzo suo, quello del governo e della maggioranza alla fine è risultato vano. Il Cavaliere è rimasto informato costantemente sulle condizioni di salute della giovane di Lecco poi, appresa la notizia, s’è sfogato: «Che amarezza». Da giorni ripeteva che «tutti hanno perso di vista l’obiettivo reale che è quello di salvare una vita umana. Discutono di costituzionalità, di principi giuridici quando c’è da considerare solo l’aspetto umano...». Ieri, più amareggiato che mai, ha dovuto cedere: «Ha vinto la cultura della morte». Poco dopo Berlusconi ha diramato la nota ufficiale: «Ho appreso la notizia con profondo dolore. Ed è grande il rammarico che sia stata resa impossibile l’azione del governo per salvare una vita». E l’ha ripetuto, durante la consueta cena del lunedì ad Arcore con i coordinatori di Fi e An Denis Verdini e Ignazio La Russa e i leghisti Umberto Bossi e Roberto Calderoli, che inevitabilmente proprio sul caso Englaro si è concentrata: «Ho provato a salvarla».
La notizia della morte di Eluana, piombata a palazzo Madama, ha acuito tensioni mai sopite. Dopo il minuto di silenzio il vicecapogruppo del Pdl Gaetano Quagliariello s’è sfogato in aula: «Eluana non è morta, è stata ammazzata», ha sentenziato provocando le ire del centrosinistra. E per poco non s’è sfiorata la rissa. «L’ennesimo atto di sciacallaggio politico», ha sibilato la capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro. La quale, comunque, ha respinto ogni accusa, velata o meno, e ha subito tirato il freno a mano sull’approvazione del disegno di legge: «Il mio gruppo non è d’accordo a continuare a discutere un testo parziale e sbagliato - ha fatto sapere immediatamente -. Da sette mesi si parla del testamento biologico in commissione e se n’è discusso per due anni nella legislatura precedente. Chiediamo di tornare in commissione e non vogliamo farci trascinare sul terreno di una strumentalizzazione cinica malvagia e spregiudicata». Idem il leader dell’Idv Antonio Di Pietro: «Bisogna bloccare in Parlamento i provvedimenti d’urgenza su questa materia».
Francesco Rutelli però s’è augurato che adesso non si areni tutto: «Spero che il Parlamento onori la memoria di questa ragazza approvando presto e bene, senza schieramenti preconcetti, una legge sul testamento biologico». E sui tempi neppure la diessina Livia Turco vorrebbe andare alle calende greche: «Dobbiamo costruire un dialogo per fare in tempi rapidissimi una legge sul fine vita».
Walter Veltroni ha chiesto soprattutto silenzio: «Ora credo che la riflessione sia l’unica reazione umana davanti a quello che è successo, lasciando lontane speculazioni e grida». Meno sereno il giudizio di Massimo D’Alema: «La fine di Eluana è la fine di una strumentalizzazione indegna», salvo poi augurarsi «una discussione seria sul testamento biologico». La compagna di partito, la teodem Paola Binetti, non ha nascosto qualche risentimento nei confronti dei suoi colleghi: «Non cerco un colpevole, non faccio il giudice, faccio il medico; prendo atto dei fatti e so che finché questa persona era a Lecco, curata e idrata in un certo modo, era viva, anche se di una vita se volete peculiare».
Il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone ha cercato di raffreddare gli animi: «Ora che Eluana è mancata, è a maggior ragione il momento del rispetto e della pietas, comunque la si pensi. E mi auguro che in questa ora di dolore tutti, destra e sinistra, laici e cattolici, non aggiungano a questa tragedia lo strazio di una rissa politica crudele». Anche Pierluigi Bersani ha toccato il tasto della freddezza: «Adesso basta polemiche e strumentalizzazioni». Sconsolato il giudizio di Federico Bricolo (Lega): «Un paese civile non può permettere che una persona venga fatta morire di fame e di sete».
Il centrista Casini ha invece auspicato che il Parlamento non si fermi proprio adesso: «È il momento del dolore e della serietà. Le Camere devono lavorare perché non ci sia un’altra Eluana». E poi un’autocritica: «La ragazza è stata ammazzata dalla nostra ipocrisia e dei nostri ritardi. Dovevamo arrivare prima. E da cristiano dico: chi è senza peccato scagli la prima pietra».
Toni morbidi anche quelli usati dal sindaco di Roma Gianni Alemanno che ha fatto sapere che «il Colosseo resterà acceso per tutta la notte in segno di lutto. E c’è sgomento per una vita che poteva e doveva essere salvata».

Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni comunque guarda avanti e si augura «che il Parlamento continui nel suo nome affinché si arrivi rapidamente ad una legge sul fine vita». In serata si è appreso che, dopo la notizia della morte di Eluana si sono sentiti al telefono il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e il presidente della Camera Gianfranco Fini.

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