Berlusconi jr: «La Rai aggredisce Nassirya»

Il vicepresidente Mediaset: «Per l’alto valore civile della fiction, la Tv di Stato poteva evitare di controprogrammare con le ragazze di San Frediano»

da Roma

È sempre più guerra di nervi tra Rai e Mediaset. Oggetto del contendere la «inopportuna» - almeno secondo i vertici Rai - collocazione di Nassirya (il nuovo sceneggiato di Canale 5) lunedì e martedì prossimo in coincidenza con Le ragazze di San Frediano, prodotto da Angelo Rizzoli e tratto dal celebre romanzo di Vasco Pratolini.
Di segno opposto la reazione di Pier Silvio Berlusconi che vede la coincidenza delle due fiction «una inutile aggressione, un confronto che si poteva evitare». «Il nostro palinsesto - spiega il vicepresidente di Mediaset - è molto serrato e la collocazione era stata decisa da tempo».
Affermazioni che in qualche modo rispondono alle critiche avanzate giovedì da Agostino Saccà, direttore di Rai Fiction, nel corso della presentazione dello sceneggiato tratto dal romanzo di Pratolini che andrà in onda sulla rete ammiraglia della tv di Stato lunedì prossimo. «È un errore contro-programmare fiction su fiction - aveva commentato Saccà -. Resto poi dell’idea che una materia ancora viva e scottante come quella di Nassirya, sulla quale anche a noi erano arrivate più proposte, sia pericolosa da trattare. La tragedia di Nassirya può essere una splendida docu-fiction, non subito, magari tra qualche anno». Anche Massimo Donelli, direttore di Canale 5, fa sentire la sua voce nella polemica. «I costi di questa opera - spiega il direttore dell’ammiraglia Mediaset - non sono quelli soliti che sopporta una tv commerciale come la nostra, ma è difficile pesare la tragedia di Nassirya e il valore simbolico per il nostro sentimento di appartenenza alla patria, con la solita logica costi-ricavi. E a chi ha messo in dubbio la buona fede della nostra programmazione rispondono i fatti, visto che i trailer che annunciavano per il 12 e 13 marzo questo sceneggiato sono in circolazione da oltre un mese». «D’altronde - chiosa caustico Donelli - non ci sono giorni del calendario da considerar “area protetta” a vantaggio di altri network».
Dietro la fiction Nassirya (per non dimenticare) che Canale 5 manderà in onda lunedì e martedì prossimo alle 21 c’è, poi, una questione irrisolta che si concentra sul significato della parola coraggio. Il produttore della fiction Pietro Valsecchi e l’avvocato Francesca Conte, che rappresenta gran parte delle famiglie delle vittime della tragedia che si è consumata nella città irachena il 12 novembre del 2003, non hanno dubbi che il sacrificio dei nostri militari fu un atto di coraggio. «Perché ci vuole davvero coraggio - spiega Valsecchi - ad andare in un territorio devastato come l’Iraq del dopo-Saddam e cercare di mantenere la pace e soprattutto cercare di far rinascere la fiducia nel futuro in una popolazione privata di tutto, persino dell’acqua da bere».
Lo sceneggiato, diretto da Michele Soavi e scritto da Paolo Marchesini e Donato Carrisi con l’aiuto di Stefano Rulli, si avvale dell’interpretazione di Raoul Bova e Claudia Pandolfi (nel cast anche Libero De Rienzo, Andrea Tidona e Santo Bellina). Ma dietro tutta l’operazione c’è lo stesso produttore che alla fine del 2004 ha incontrato e imparato a conoscere le vedove di quei militari morti per lo scoppio di un camion lanciato contro la base Maestrale, sede del contingente dei carabinieri al centro di Nassirya.
«Mi hanno raccontato chi erano i loro cari - ricorda Valsecchi - e mi hanno spiegato cosa facevano laggiù. Un po’ alla volta è venuta fuori l’idea di trarne un racconto corale, utile in tempi come i nostri dove si fa davvero fatica a insegnare la differenza tra scelleratezza e coraggio».


«Speriamo - conclude l’avvocato Conte - che questo lavoro aiuti a sensibilizzare i vertici delle nostre istituzioni dalle quali da luglio scorso aspettiamo una risposta in merito alla domanda di riconoscere ai nostri morti la medaglia d’oro al valor militare».

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