Politica

Berlusconi non si fida "Sul caso Ruby, Fini si finge super partes"

Il Cav è convinto: il leader Fli cavalca da tempo gli attacchi della Procura. E in Consiglio dei Ministri tensione Tremonti-La Russa sui fondi ai militari

Berlusconi non si fida  
"Sul caso Ruby, Fini  
si finge super partes"

Roma Vecchi problemi e solite beghe. Con Berlusconi che trascorre la giornata diviso tra i faldoni dei processi a suo carico e il sempreverde braccio di ferro tra Tremonti e il ministro di turno. Questa volta, infatti, tocca a La Russa ingaggiare l’ormai consueta scenetta di batter cassa a Via XX Settembre. Con un battibecco che secondo alcuni dei presenti sarebbe stato piuttosto nervoso, tanto che il titolare dell’Economia avrebbe abbandonato in anticipo il Consiglio dei ministri. La Russa, che chiedeva soldi per aumentare le retribuzioni delle forze dell’ordine e dei militari, e pure Maroni pare non abbiano gradito affatto tanto che perfino Letta - tutto fuorché un tremontiano di ferro - ha gettato acqua sul fuoco assicurando che aveva «un impegno improrogabile». Il Cavaliere, piuttosto silenzioso durante la riunione, pare non abbia particolarmente gradito. Perché, è il senso dei suoi ragionamenti, non è certo questo il momento di alimentare tensioni all’interno del governo. Eppoi non è solo con La Russa e Maroni che Tremonti gioca a nascondino ma anche con lo stesso Cavaliere se ancora nelle ultime ore pare che il ministro dell’Economia abbia rimandato al mittente l’ipotesi di una riforma fiscale. Il ritornello è quello di sempre: l’Europa ci chiede di tenere i conti in regola, questa è la vera priorità. Traduzione: non ci sono fondi.

Berlusconi, però, continua ad essere alle prese con l’ormai imminente ripresa in grande stile di tutti i processi a suo carico. Ruby e Mills in particolare, il primo in calendario per il 6 aprile e il secondo per l’11. Ed è in quest’ottica che va avanti il pressing su Fini che - dichiarazioni pubbliche a parte - ha in mano il pallino della richiesta di conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. La convinzione del Cavaliere, infatti, è che l’ex leader di An non possa sottrarsi alla decisione di rimettere all’Aula ogni decisione, una via - spiegano a Palazzo Grazioli - che impone la Costituzione. La scelta di temporeggiare, insomma, sarebbe solo un modo per alzare il prezzo. «Fini vuol far passare per una concessione - spiega in privato il premier - quella che è una decisione già scritta». E cioè che a votare sia la Camera nella sua collegialità. A quel punto la palla passerebbe alla Consulta che dovrebbe pronunciarsi sulla competenza del processo Ruby (tribunale di Milano o tribunale dei ministri). Così, quando le agenzie riportano gli affondi di Fini durante la registrazione di Porta a Porta, Berlusconi non si scompone più di tanto. Dice che il vero premier è Bossi? «Ci sarebbe da capire chi è il presidente della Camera», avrebbe ribattuto il Cavaliere con i suoi ironizzando sul fatto che la terza carica dello Stato avrebbe ormai perso ogni parvenza di terzietà. Così, conta poco che Fini dica che quando l’ufficio di presidenza della Camera si occuperà del conflitto di attribuzione lui non voterà. Perché, è la convinzione del capo del governo, sul caso Ruby l’ex leader di An si finge super partes pur essendo parte attiva visto che «cavalca da tempo le procure». Non è un caso che negli ultimi giorni sia tornata in voga l’idea di una raccolta di firme contro Fini o comunque di un qualche atto formale per metterlo all’angolo.Si vedrà. Come si vedrà pure sul rimpasto, visto che la prossima settimana dovrebbero arrivare solo poche nomine mentre i sottosegretari sono rinviati a data da destinarsi.

Idee confuse, invece, sul fronte prescrizione breve. La proposta del deputato Pdl Luigi Vitali (che stopperebbe il processo Ruby) è stata infatti bocciata prima dal partito e poi da Ghedini.

Anche Berlusconi a sera si dissocia: «Davvero non ne so nulla».

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