Fabrizio De Feo
nostro inviato a Madrid
La diplomazia dellamicizia e dei rapporti personali è spesso servita a Silvio Berlusconi a far fiorire i rapporti economici e politici con i leader mondiali. Questa volta, però, è il premier turco Recep Tayyip Erdogan a fare leva sulla «special relationship» che da tempo intrattiene con il premier italiano e a chiedere allItalia di esserle vicino, usando tutta la propria influenza per convincere lUnione europea ad allargare le proprie frontiere verso Ankara.
Linizio dei negoziati di ingresso - trattativa che si presenta decisamente in salita - è fissato per il 3 ottobre. Ma il primo ministro del Paese che da sempre fa da cerniera fra Occidente e Oriente vuole avere chiaro lo scenario con cui dovrà confrontarsi e il quadro delle resistenze che dovrà fronteggiare e cercare di smussare. Per questo, per avviare il suo giro dorizzonte con i leader europei, Erdogan decide di iniziare con colui che definisce «una persona di famiglia»: unetichetta non casuale visto che Berlusconi ha fatto da testimone di nozze al matrimonio del figlio del premier turco e intrattiene con lui rapporti cordialissimi.
Lincontro ha una impronta decisamente informale. Appena arrivato al palazzo del governo, Berlusconi sale con Erdogan su una lussuosa barca che percorre il Bosforo e passa sotto il grande ponte Boguazici, sospeso tra Asia ed Europa. Qui i due consumano il pranzo, con il nostro presidente del Consiglio che fa uno strappo a una dieta che «mi ha già fatto perdere un chilo e mezzo di peso». Poi tornati a palazzo i due leader entrano nel vivo delle questioni politiche. La posizione di Erdogan è nota: la Turchia non accetterà altro che non sia una piena adesione allUe.
Non cè spazio, quindi, per la «partnership privilegiata» proposta dai francesi ma si punta al bersaglio pieno. Berlusconi condivide questa linea e non ne fa mistero. «Io ed Erdogan abbiamo lo stesso modo concreto di risolvere i problemi», spiega Berlusconi. «Ha realizzato grandi riforme. Ha realizzato unazione di governo che ha favorito uno sviluppo fortissimo. Ha portato linflazione dal 30-40 per cento a sotto il 10 per cento. Si è costruito un ruolo importante nei rapporti con i leader europei. E ora la Turchia non ha nulla di diverso rispetto agli altri Paesi europei. Per questo lItalia sarà in testa ad aiutare la Turchia nei negoziati».
Il problema, però, sarà quello di allargare il cerchio dei supporter della Turchia «europea». Impresa che, come il dibattito francese sul referendum sulla Costituzione europea sta dimostrando, si presenta tuttaltro che facile. LItalia, però, farà tutto quello che sarà in suo potere. «Ho più volte sostenuto che ogni Stato deve superare i propri interessi particolari a favore dellinteresse generale. Ed è chiaro che cè un interesse generale a comprendere tra i Paesi membri la Turchia. Di questo abbiamo già cominciato a parlare in quella grande famiglia della democrazia e della libertà che è il Ppe, compresa la Cdu tedesca di Angela Merkel e di Kohl. Sono sicuro che ci sarà attenzione verso le istanze turche.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.