Francesco Kamel
da Roma
Silvio Berlusconi rilancia con forza lidea del partito unitario del centrodestra. Lo ha fatto ieri con un messaggio inviato al seminario della Fondazione Free sul riformismo della Casa delle libertà. La prospettiva unitaria è considerata dal premier come la soluzione idonea a evitare la «minaccia» di una vittoria della sinistra alle politiche del 2006: uno scenario in cui «ci troveremmo di fronte al rischio di un futuro illiberale e autoritario». Di fronte a questo «rischio», il premier ha sottolineato che «fin dalla sua fondazione» è stata una «scelta di fondo» di Forza Italia «la necessità di evitare che il potere venisse conquistato da uno schieramento politico dominato dai vetero e post-comunisti». In questo senso al partito va il merito di aver sempre lavorato «per creare le condizioni che favorissero il nascere di una grande formazione politica moderata e riformista», di «aver superato lo storico steccato fra laici e cattolici», e di «aver impegnato la nostra azione politica su valori condivisi, in primo luogo il garantismo, la tutela della persona, la sussidiarietà, il pluralismo sociale e culturale». Per questo Berlusconi ha difeso «la proposta di costruire, con la necessaria gradualità, un soggetto politico unitario, capace di aggregare Fi, An, Udc, Repubblicani, i Liberali e tutti coloro che non sono schierati con la sinistra». Un nuovo assetto per portare «il bipolarismo verso lo sbocco naturale del bipartitismo» e per «superare la conflittualità interna alla coalizione». Per Berlusconi «è evidente che questo nuovo soggetto dovrà allearsi anche con altre formazioni politiche, in primo luogo con la Lega e il Nuovo Psi».
Il richiamo del premier ha raccolto subito ladesione di Beppe Pisanu, presente al convegno, che ha sottolineato che «la leadership di Berlusconi è unificante, per la positiva conclusione della legislatura e per lavanzamento del processo verso il partito nuovo». Sul progetto unitario, il ministro dellInterno ritiene «un bene coltivare la prospettiva di un nuovo soggetto politico che unifichi i partiti nazionali della Cdl» e che «guardi oltre, facendo patti chiari con la Lega la quale «per dimensione territoriale e peculiarità politica non può partecipare a un disegno unitario che si configura come nazionale ed europeo». Per il ministro dellInterno «con la Lega bisogna avere un leale raccordo elettorale e di governo ma mantenere ferme le distinzioni nel rispetto delle reciproche diversità».
Ma Pisanu ieri ha voluto soprattutto rimarcare «la collocazione centrista del nuovo partito che ci rende naturalmente alternativi alla sinistra italiana».
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