Roma - È iniziata la ripresa e la crisi finanziaria sembra essere alle spalle. In occasione della Giornata mondiale del risparmio il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, rilancia la politica economica del governo che "adotterà tutti i provvedimenti necessari per favorire il rilancio dell’economia reale". Ma il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, mostra dubbi sul fatto che la ripresa possa essere duratura: "Sono già stati bruciati 650mila posti, ma prevediamo altre perdite a fine 2009". E il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, invita ad adottare "un impegno straordinario del Paese" e nuove regole per i mercati finanziari.
Verso la rispresa economica Berlusconi ha sottolineato che "la giornata mondiale del risparmio si celebra in un momento nel quale il peggio della crisi finanziaria sembra sia alle nostre spalle e sia iniziata, sia pure lentamente, la ripresa". Il premier ammette di aver letto con favore i risultati dell’indagine promossa da Ipsos dalla quale emergono tra gli italiani molti elementi di ottimismo e soprattutto il deciso superamento di quell’atteggiamento particolare che l’indagine definisce di "pessimismo statico". Secondo Berlusconi questo atteggiamento è "merito delle decisioni prese a livello globale ma anche del fatto che tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali, hanno svolto positivamente nel nostro Paese la loro parte". Il presidente del Consiglio ha, quindi, assicurato che il governo adotterà "tutti i provvedimenti che si renderanno necessari a favorire l’uscita dalla crisi e rilancio dell’economia reale".
La frenata di Draghi Secondo il monito lanciato dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, la caduta delle economie in tutti i Paesi del mondo si è fermata, ma restano dubbi sulla stabilità della ripresa. "La caduta in cui le nostre economie si stavano avvitando, tra la fine del 2008 e l’inizio di quest’anno si è fermata - ha detto il titolare di via Nazionale - siamo meno sicuri che si stia effettivamente avviando una ripresa duratura, che non poggi solo sul sostegno straordinario delle politiche economiche". In un anno, da settembre 2008 a settembre 2009, sono stati infatti bruciati 650mila posti di lavoro ed è probabile che negli ultimi mesi del 2009 ci saranno ulteriori perdite. "Registreremo presumibilmente - ha, quindi, sottolineato Draghi - ulteriori perdite di occupazione in questi mesi finali dell’anno".
Il pil tornato indietro di 10 anni Con la crisi economica il pil italiano è tornato indietro di quasi dieci anni. Secondo i dati di Bankitalia, in Italia dal marzo del 2008 la produzione industriale si è contratta di un quarto, il pil si è ridotto del 6,5%. "Siamo tornati indietro sui livelli di vent’anni fa nel caso della prima, di quasi dieci per il secondo - ha spiegato il governatore Draghi - ma ora la fase più acuta della crisi è superata: il prodotto interno lordo è tornato a crescere nel terzo trimestre, dopo oltre un anno di continua flessione". Tuttavia, secondo il numero uno di via Nazionale, "se i sondaggi qualitativi delineano dalla primavera un quadro più favorevole, restano deboli i segnali quantitativi, soprattutto sulle componenti interne della domanda".
Situazione in continuo divenire Secondo il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, la crisi dell’economia "si è in qualche modo bloccata" soprattutto "grazie agli interventi degli Stati". Il titolare del dicastero di via XX Settembre crede, infatti, che "la morfologia, la fenomenologia e la patologia della crisi siano in continuo divenire come in una videogame". "La crisi si è in qualche modo bloccata grazie agli interventi degli Stat", ha continuato Tremonti spiegando che dagli Stati è comunque arrivato "un messaggio di fiducia".
Regole e impegno straordinario La ricetta di Napolitano, invece, sarebbe in "un impegno straordinario del Paese, nuove regole per i mercati finanziari e coordinamento internazionale per gli interventi nella politica economica". Al fine di un "superamento degli effetti della crisi globale" e del "contenimento delle difficoltà e tensioni che si vanno producendo sul piano sociale", Napolitano ha sottolineato che "il più incisivo coordinamento delle decisioni assunte a livello politico mondiale ed il rafforzamento del ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali hanno prodotto apprezzabili risultati in una situazione economica così difficile". Secondo il presidente della Repubblica, ora occorre "definire le nuove regole e le necessarie misure di riforma e rafforzamento delle istituzioni internazionali". Misure che, secondo Napolitano, "assumono grande importanza" al fine di "migliorare, attraverso un più elevato livello di protezione degli investitori, la fiducia nei mercati e la stabilità del sistema".
Il ruolo delle banche nella crisi Berlusconi ha spiegato che il governo "apprezza il comportamento tenuto dal sistema bancario italiano" nella crisi economica ma auspica una maggiore convergenza tra imprese e banche. Berlusconi ha, infine, confidato che gli istituti di credito "dimostrino un sempre maggiore radicamento verso le esigenze del territorio nella valutazione del merito di credito".
Secondo Draghi, nell’erogazione di prestiti da parte delle banche alle imprese "non è ancora visibile un punto di svolta". Nel terzo trimestre "sono diminuiti del 3% rispetto al secondo, in ragione d’anno". È quindi cruciale il ruolo degli istituti bancari per un "intelligente, prudente, selettivo sostegno del credito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.