Berlusconi: "Senatori pronti a mollare Prodi"

L'ex premier, in vacanza a Villa Certosa, avrebbe confidato a uomini del suo entourage di aver avviato "colloqui con una quindicina di senatori moderati stufi dei diktat della sinistra radicale". Ma i tempi non sono ancora maturi

Berlusconi: "Senatori 
pronti a mollare Prodi"

Porto Rotondo - Silvio Berlusconi è in contatto con alcuni senatori del centrosinistra che ormai sono stanchi dei "diktat della sinistra estrema" e che "molto presto potrebbero mandare a casa questo governo". A rivelarlo, nel corso di alcune conversazioni avute in questi giorni con alcuni fidati interlocutori, è stato lo stesso leader di Forza Italia. Il Cavaliere, anche dal buen retiro sardo di Villa La Certosa, non ha mai smesso di tessere la tela che, almeno nei suoi piani, potrebbe far venire meno la risicata maggioranza del centrosinistra in Senato. "Sono in contatto con alcuni dei loro senatori, quelli moderati, che non sopportano più il governo Prodi, le contraddizioni interne alla maggioranza e, soprattutto, i ricatti della sinistra radicale", ha rivelato l’ex premier, secondo quanto riferito da chi ha avuto modo di parlargli.

Una quindicina di colloqui La trattativa, ha aggiunto il leader dell’opposizione, è stata avviata con una quindicina di parlamentari, ma quelli più propensi a far venir meno la maggioranza sarebbero meno. "Ci sono alcuni pronti a mollare Prodi", ha spiegato chi ha avuto modo di parlare con Berlusconi. "Si contano sulle dita di una mano - ha aggiunto la stessa fonte -, ma sono sufficienti a mandare in crisi il governo". Ciò non significa che i giochi siano fatti. Perché compiano l’ultimo passo, ha infatti spiegato il Cavaliere, deve essere chiaro cosa succederà nel dopo-Prodi. Per questo, ha concluso l’ex premier, serve ancora un po' di tempo per poterli convincere che "l’unico modo per salvare il Paese è mandare a casa questo governo".

Processo Mills Poi il Cavaliere, stanco di quella che non esita a definire una vera e propria "persecuzione giudiziaria", dice che è pronto a tornare in un’aula di tribunale per difendersi dalla accuse dei pubblici ministeri nel processo legato al "caso Mills". A rivelare di voler andare personalmente davanti ai giudici per spiegare la "totale inconsistenza" delle prove raccolte contro di lui - l’ultima volta fu alcuni anni fa per il processo Sme - è stato lo stesso leader di Forza Italia.

"Sto studiando tutte le carte processuali", ha confidato il Cavaliere ad alcuni interlocutori che gli hanno parlato in questi giorni in Sardegna. "Voglio andare in aula e difendermi da queste accuse infamanti", ha aggiunto l’ex premier, precisando di essere aiutato in questo dal suo avvocato, Niccolò Ghedini.

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