Adalberto Signore
da Roma
Mercoledì sera, sollecitato dal capogruppo di Forza Italia alla Camera Elio Vito durante la riunione dei deputati azzurri, anche Silvio Berlusconi si lascia scappare un commento sulla nomina di Sergio DElia alla segreteria di presidenza della Camera. «Una cosa vergognosa - dice il Cavaliere quasi a mezza bocca - perché se fosse stato uno dei nostri lavrebbero criminalizzato per molto meno, bastava una condanna per Tangentopoli. Non dovevano arrivare a tanto».
Posizione, quella del presidente di Forza Italia, più che prevedibile visto laspro dibattito che si è aperto in questi giorni sullesponente della Rosa nel pugno che ha alle spalle un passato in Prima linea e una condanna per concorso nellomicidio dellagente di polizia Fausto Dionisi avvenuto a Firenze nel 1978 (DElia si è poi dissociato e dopo dodici anni di carcere è tornato in libertà per dedicarsi al partito radicale, fino a diventarne cosegretario, e allassociazione contro la pena di morte Nessuno tocchi Caino, di cui è il fondatore). Mentre Berlusconi si limita a dire la sua nella riunione a porte chiuse con i deputati azzurri (ieri è tornato sulla decisione del governo Prodi di costituirsi parte civile nel processo Mills dicendo di temere «una nuova offensiva giudiziaria»), lo scontro politico sulla querelle DElia si fa sempre più aspro. Dure le critiche del presidente dellUdc Rocco Buttiglione secondo il quale «è inaccettabile che gli assassini si ergano a maestri in Parlamento». Stesso ragionamento fa il deputato azzurro Francesco Giro mentre il suo collega Paolo Amato annuncia uninterrogazione al Senato e tre consiglieri regionali di Forza Italia in Toscana presentano una mozione per chiedere le dimissioni di DElia. Il caso arriva fino a Bruxelles, con uninterrogazione del capodelegazione della Lega Mario Borghezio. Il Sap, intanto, annuncia per lunedì una manifestazione davanti alla prefettura di Torino e migliaia di cartoline di protesta, mentre il figlio del maresciallo Rosario Berardi (vittima delle Br), oggi consigliere comunale del Prc, scrive a Fausto Bertinotti manifestandogli lintenzione di lasciare il partito. DallUnione, invece, si alza la voce di Bobo Craxi.
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