Gian Maria De Francesco
da Roma
Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha rinfocolato le polemiche con lex responsabile di via XX Settembre, Giulio Tremonti, dopo che questultimo lo aveva invitato a chiedere «con lealtà e senza confusioni tra presente e passato» risorse addizionali per la copertura della missione in Libano.
«Un identico impegno alla lealtà - ha dichiarato ieri Parisi - è quello che rivolgo io al ministro Tremonti. La verità è che mentre le missioni venivano finanziate nel presente, tagliando gravemente il bilancio della difesa le stesse missioni venivano gravemente messe in causa nel futuro». Parisi ha rincarato la dose sottolineando che, sebbene i risparmi di spesa siano ascrivibili alla precedente maggioranza parlamentare, «è impossibile negare la piena responsabilità di Tremonti non fossaltro per non aver voluto ascoltare lallarme» dellallora ministro della Difesa Martino.
A stretto giro di posta è giunta la replica del vicepresidente della Camera. «Un minimo di serietà - ha risposto Tremonti - avrebbe dovuto e dovrebbe indurre Parisi al silenzio e non alla polemica suicida» sui tagli «appena operati con il decreto Bersani Visco, evidentemente con lappassionato disinteresse del ministro della Difesa».
Allattacco la diessina Roberta Pinotti, presidente della commissione Difesa della Camera. Con lultima Finanziaria, dice Pinotti, Tremonti avrebbe tagliato 1,7 miliardi di euro al comparto difesa «perché nel 2005 tale taglio è stato in parte compensato da una una tantum dei proventi delle cartolarizzazioni». Lucio Malan (Fi) ha invece ricordato che il decreto Bersani-Visco include «una mazzata da 1,695 miliardi proprio ai fondi per le forza armate». Secondo Malan, «prima di attaccare gli altri, Pinotti dovrebbe leggere i provvedimenti che vota anche se Prodi ha posto la fiducia».
Dai numeri si rileva unaltra verità. La Finanziaria 2005 di Siniscalco prevedeva stanziamenti per la difesa nel triennio 2005-2008 pari a 4,073 miliardi.
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