Piero Pizzillo
Edoardo Berti Riboli, il noto primario di chirurgia che si era scagliato contro i potenti e larbitraria gestione del San Martino», ieri si è aggiudicato (ai punti, non per ko) il secondo round dinanzi al tribunale del lavoro. Il giudice Margherita Bossi doveva decidere sul ricorso urgente presentato dal professore tramite gli avvocati Eugenio Gasparino e Elena Femia, volto a chiedere lannullamento dell«ingiusto» pensionamento, cioè del provvedimento assunto dal direttore generale dellospedale, Gaetano Cosenza, con cui è stata imposta a Berti Riboli la cessazione dellattività ordinaria per raggiunti limiti detà, avendo gà compiuto 67 anni. Il magistrato ha stabilito che vè stata unerrata interpretazione delle norme che regolano la materia. Infatti, scrive in sentenza, «è incontestata la circostanza che il professore aveva compiuto 60 anni al 31 dicembre 99, sicché egli ha diritto a mantenere la funzione a tutto i 24 maggio 2006». Il giudice evidenzia «che il provvedimento è stato preso in violazione delle norme di legge che regolano il rapporto» e che vi sono state anomalie, come il mancato preavviso.
Il magistrato ha comunque respinto il ricorso sulla reintegrazione, perché non può pronunciarsi in questa sede e perché il giudice di merito non può ordinare il reintegro, essendo Berti Riboli un dirigente. Su ciò dissente Gasparino, secondo cui il principio vale per i privati e non per Berti Riboli, dirigente pubblico.
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