Chianciano Terme (Siena) - "Oggi non c'é un'opposizione perché non c'é la sinistra. Il Pd non ha i fondamenti per essere un partito di opposizione". L'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti interviene al congresso nazionale di Rifondazione, parla da "semplice delegato" e infiamma la platea. "Di Pietro e in generale il populismo - prosegue - sono opposizione ma non di sinistra, anzi, appartengono a una culturale della destra. L'opposizione di sinistra - conclude Bertinotti - parte dalle ragioni del conflitto sociale".
"Non ho difficoltà a riconoscere che avevo pensato, davanti ad una campagna elettorale asfittica, che bisognava andare oltre. Se avessimo avuto successo, l'unità della sinistra era un'ipotesi reale ma la sconfitta elettorale dice che sono state sconfitte tutte le ipotesi di unità a sinistra". E' il mea culpa che l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti pronuncia dal palco. "Ma - avverte Bertinotti - non buttiamo il bambino con l'acqua sporca. Chi oggi pensa ad un processo costituente deve dire che altro è il cammino, altri sono i protagonisti e diversa è la meta. Più che un assemblaggio di pezzi bisogna riprendere la politica degli avi, una nuova politica per una nuova società civile". Quindi, aggiunge il leader storico di Rifondazione, "da dove ripartiamo? Dalla realtà, dal basso, dalla non delega. O sarà democrazia partecipata o non ci sarà una sinistra degna della sfida del ventunesimo secolo".
"Lo sciopero generale è il banco di prova per la maturità dell'opposizione, lo so che a decidere è il sindacato, ma l'ambiente politico ne genera le condizioni. Non ci sono oggi le condizioni per farlo vedendo la catena di morti sul lavoro?", aggiunge Bertinotti. "Anche l'attacco alla scuola - prosegue - è un attacco al fondamento della democrazia, stanno cancellando la lezione di don Milani. Ci sono tutti i margini eppure non è all'ordine del giorno. La domanda per noi - osserva ancora - è come si fanno a costruire le condizioni per uno sciopero generale. E' difficile, ci vuole un'opposizione politica e una cultura che riconquisti la sua forza".
Ferrero: progetto unitario o sarà scissione "Il partito deve uscire da questo congresso con una politica chiara, altrimenti sarà ancor più devastante. Dobbiamo lavorare nella chiarezza e se c'é un progetto politico unitario, meglio, altrimenti ci divideremo. Ma noi proviamo a dire che serve una gestione unitaria di Rifondazione". Paolo Ferrero, leader della prima mozione, indica così la necessità di un esito chiaro delle assise, intervenendo tra gli applausi al congresso del partito. "Non so se - ammette l'ex ministro - troveremo la quadra, ma certo ci serve chiarezza. Siamo fuori dal Parlamento e sarebbe bene usare questa collocazione per ricostruire un blocco sociale dell'alternativa". Per Ferrero "la politica non è solo rappresentanza istituzionale ma costruzione di risposte concrete per la gente".
"A settembre referendum sociali" "Proviamo a costruire in autunno un'opposizione al governo e lanciamo dei referendum sociali per aggregare la sinistra". E' la proposta di Ferrero che dal palco del congresso del partito si rivolge a tutti i delegati.
"Io credo - prosegue - che non dobbiamo dividerci sul sì o no per il referendum al lodo Alfano ma dobbiamo lanciare noi dei referendum come ad esempio contro la legge 30. Infine - conclude - dobbiamo costruire un'opposizione sociale e politica al governo e a Confindustria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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