Così vicina da poterla toccare e provare almeno un po quello che deve aver sentito capitan Cannavaro nel sollevarla al cielo, quella notte indimenticabile del 9 luglio 2006 a Berlino. Al suono del più nazionalistico dei «poporoppopopo», la Coppa del mondo sta girando lItalia ed approda fra le colline di Besana, unica tappa brianzola di un periplo che somiglia molto a quanto si faceva nel Medioevo con le reliquie più preziose. Senza essere sacrileghi: è inutile negare il potere del «dio» pallone ed è facile prevedere che saranno in molti a mettersi in coda, oggi e domani, per ammirare la coppa che ci ha resi campioni ai Mondiali di Germania 2006.
La mostra sarà allestita nella sala degli Specchi di Villa Borella (via Roma 1, oggi 12 - 18, domani 12.30 - 18) e alle 11.30, «sacerdote» deccezione sarà Demetrio Alberini, 37 anni, storico centrocampista del Milan con cui ha collezionato 5 scudetti, tre Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale ma «non ho mai vinto né sollevato quella coppa, nonostante due Mondiali nel 1994 e 1998», dice col sorriso.
Per la coppa, la tappa di Besana è anche un ritorno a «casa». A disegnarla fu, infatti, lo scultore milanese Silvio Gazzaniga, quando, dopo Messico 1970, si rese necessaria la realizzazione di un nuovo trofeo: il Brasile aveva vinto per la terza volta e la regola, oggi abolita, imponeva che la coppa sarebbe rimasta nel paese di chi avesse centrato la tripletta. Così la coppa Rimet - così si chiamava allora il trofeo formato da una Vittoria alata che sorreggeva una coppa - si fermò per sempre in Sudamerica. A vincere il concorso di idee fra 53 progetti per una nuova coppa fu Gazzaniga, che ideò quellabbraccio leale e fraterno fra due atleti che sorreggono un globo, un po mondo un po pallone. Ma non è tutto. Per coniarla e plasmarla - in 37 cm di altezza per poco più di 6 kg di peso - la Fifa si affidò allarte degli orafi Bertoni di Paderno Dugnano. Da allora la storia prosegue così ma dal 2006 loriginale in oro massiccio non lascia più i forzieri di Zurigo della Fifa se non per la premiazione e pochissime occasioni ufficiali.
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