Cronache

Bibita avvelenata, ma è muffa

Bibita avvelenata, ma è muffa

Era già scattato l’incubo di «acquabomber», dell’avvelenatore che inietta sostanze nocive nelle bottigliette di bevande, o comunque di un mitomane che voleva imitarne le gesta appena rese note dai telegiornali nazionali per lo strano caso capitato a una bambina di Padova. Un allarme che aveva preso addirittura campo all’interno dell’ospedale Gaslini di Genova. Una donna ha infatti acquistato una bevanda da un distributore automatico e ne ha bevuto un sorso, quando si è accorta che sul fondo della bottiglia c'era una sostanza biancastra.
È accaduto lunedì sera poco prima delle 20 all'interno dell'ospedale pediatrico Gaslini di Genova. Vittima una donna che si trovava in visita al figlioletto ricoverato. Secondo quanto riferito dalla donna agli agenti intervenuti, la bottiglia «sospetta» era stata poco prima acquistata presso un distributore automatico collocato all'interno del padiglione 16.
La donna si era subito accorta che il tappo era parzialmente rotto, ma non aveva dato peso alla cosa. Solo dopo aver bevuto un sorso, si è invece resa conto che sul fondo si trovava una sostanza biancastra, una specie di muffa attaccata alla base della bottiglia. Il recipiente è stato sequestrato e consegnato ai tecnici dell'Arpal. Da un primo esame non sembrano essere presenti fori, ma è stata notata una piccola venatura nei pressi del tappo. L'ipotesi che viene presa in considerazione è quella di un colpo accidentale che ha danneggiato la bottiglia al punto da lasciar entrare una quantità d'aria sufficiente a creare la muffa. La donna, visitata dai sanitari del Gaslini, è stata subito dimessa.


Per questo l’incubo di un folle che si diverte ad avvelenare le bevande contenute in bottigliette di plastica sembra essere svanito e anche la procura di Genova, in attesa di ricevere eventuali relazioni da parte delle forze dell’ordine, non ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di un gesto doloso.

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