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Bilanci, appalti e finanziamenti: la trasparenza resta lettera morta

Nel 2015 l'impegno a rendere pubblici i principali dati della propria attività. Ma non tutte le fondazioni hanno mantenuto la promessa

«Fondazioni, operazione trasparenza». Venne salutata così nell'aprile 2015 la firma del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan e del presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, sul protocollo di riforma delle fondazioni di origine bancaria. Con la sigla dell'accordo, le fondazioni bancarie si erano impegnate a rendere pubbliche sui propri siti web informazioni complete sulla loro attività. A distanza di quattro anni, però, molte delle disposizioni previste dal protocollo d'intesa sono rimaste lettera morta.

Lo studio di comunicazione The Skill, guidato da Andrea Camaiora, specializzato in litigation pr, comunicazione trasparente e di crisi, ha analizzato i siti web di venti tra le principali fondazioni bancarie italiane. Il Protocollo d'intesa Acri-Mef impegna, all'articolo 11, le fondazioni bancarie a rispettare nove parametri di trasparenza, e in particolare a pubblicare statuto, regolamenti, bilanci, documenti programmatici previsionali, informazioni concernenti appalti affidati di importo superiore a 50.000 euro, bandi, curricula dei componenti degli organi, documenti relativi ai risultati della valutazione effettuata ex post in merito all'esito delle varie iniziative finanziate. L'analisi di The Skill mostra, però, un'adesione solo parziale ai parametri richiesti. In particolare spicca la mancata pubblicazione da parte di tutte le fondazioni eccezion fatta per Compagnia di San Paolo e, in misura minore, Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria sui propri siti internet della valutazione ex post sull'esito delle varie iniziative finanziate, con riferimento ai costi e agli obiettivi raggiunti (anche di carattere sociale, laddove misurabili). Dallo studio emergono alcuni casi virtuosi. La Compagnia di San Paolo risulta rispettare tutti i criteri di trasparenza. Bene anche Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria, di Bologna, della Spezia e di Venezia. La misurazione del valore dell'impatto dei vari progetti finanziati e l'effetto leva generato è una questione fondamentale su cui da sempre si ragiona per capire se le fondazioni sono in grado di lasciare un segno sul territorio, evitando assegnazioni incongrue e incrostazioni clientelari. Dal 2000 le 88 fondazioni di origine bancaria hanno erogato oltre 22 miliardi, attraverso 400mila iniziative in campo sociale. Numeri che dovrebbero indurre alla massima attenzione sulla trasparenza e l'efficacia dei finanziamenti.

FdF

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