Antonio Signorini
da Roma
I quasi seicento commi del maxiemendamento alla Finanziaria 2006 non hanno convinto tutta la maggioranza, ma Giulio Tremonti e Palazzo Chigi tirano dritti per la loro strada e puntano ad approvarlo domani, dopo aver ottenuto il voto di fiducia. Ieri, in tarda serata il ministro Giulio Tremonti ha consegnato ai deputati della Casa delle libertà latteso testo che, di fatto, riscrive la manovra tenendo conto delle richieste emerse dal dibattito. Ma già nel pomeriggio, mentre le agenzie di stampa battevano le prime indiscrezioni sul contenuto del provvedimento, sono piovute le prime critiche, in particolare quelle dellUdc sul pacchetto famiglia.
Sono, in sostanza, venuti a galla i nodi che in questi due giorni hanno reso la trattativa più difficile. Nelle ultime ore il clima si è scaldato al punto che - hanno riferito fonti di maggioranza -. Tremonti, infastidito dalla quantità e dal tipo di richieste, avrebbe minacciato di andarsene. «Nessun dissidio», ha però assicurato il ministro, lasciando intendere che la concitazione delle ultime ore fa parte del rito preapprovazione della manovra. Nessun problema, ha aggiunto più tardi anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi negando che il rinvio del Consiglio dei ministri in programma per oggi sia da mettere in relazione con i malumori dentro la Cdl. In ogni caso «il maxiemendamento è stato inviato a Bruxelles», ha aggiunto il premier facendo capire che di spazi per ulteriori modifiche non ce ne sono.
Il capitolo più discusso è ancora una volta il pacchetto famiglia e, più nel dettaglio, il bonus bebè. Le bozze circolate ieri pomeriggio fissavano la soglia del reddito oltre la quale non si ha diritto allassegno per i nuovi nati a 45mila euro. Il testo depositato dal Tesoro lo ha corretto a 50mila. Comunque meno rispetto alle richieste dei centristi.
LUdc è «profondamente insoddisfatta» per la bozza di maxiemendamento, ha commentato il centrista Ettore Peretti insistendo su una soglia di 80mila euro. I centristi hanno chiesto tempo per decidere, ma la tabella di marcia della Finanziaria è stata confermata. E così si è fatto sentire anche il ministro ai Beni culturali Rocco Buttiglione (che già nella notte di martedì si era dichiarato insoddisfatto per le misure pro famiglia e per lassenza di fondi per Domus aurea a rischio crollo) lanciando una proposta inedita: serve - secondo il ministro centrista - un «bonus» a favore delle famiglie con più di quattro figli. Dovrebbe - ha spiegato - essere «di misura analoga a quello dato per i nuovi nati, perché i figli sono importanti quando nascono, ma poi bisogna averne cura per lo meno fino alla maggiore età».
Da registrare qualche motivo di insoddisfazione anche tra i partiti più fedeli al superministro. Forza Italia ha lamentato lesclusione delle proposte pro competitività studiate da Guido Crosetto (Tremonti voleva recepirne solo una parte ed è stato il deputato azzurro a preferire lesclusione). Nessun commento dalla Lega Nord, anche se è noto che il Carroccio avrebbe preferito impiegare le risorse liberate dal rinvio della riforma del Tfr per politiche sociali. An ha incassato la pornotax proposta dalla relatrice Daniela Santanchè e anche il concordato che ricalca una proposta che il responsabile Fisco Maurizio Leo, aveva presentato e poi ritirato proprio su indicazione di Tremonti. Rimane il nodo del condono agricolo, che non è presente nel maxiemendamento. Ma il governo - ha annunciato il ministro Gianni Alemanno - lo inserirà nel consueto provvedimento «mille proroghe» di fine anno.
Le critiche del centrosinistra si sono concentrate sul concordato e, nonostante la smentita del Tesoro («nessun condono fiscale per il 2003-2004») sulla presunta sanatoria fiscale. «Ne penso male, ne abbiamo già avuti tanti in passato», ha detto il leader dellUnione, Romano Prodi. Tremonti non ha controreplicato, limitandosi a difendere il concordato: «La programmazione fiscale, così come è stato per decenni, in Italia ha funzionato benissimo».
Polemiche anche sulla Porno Tax: «Non so che cosa ancora si inventeranno», ha ironizzato il leader della Margherita Francesco Rutelli. Ma Tremonti ha fatto notare come questa strada sia già stata sperimentata in altri paesi: la Porno Tax - ha spiegato il ministro - «è radicalmente cambiata. Diventa unimposta etica secondo il modello francese. Non è una doppia Iva - ha aggiunto - ma una addizionale sui profitti di prodotti che incitano alla violenza e alla pornografia».
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