Cronaca locale

Bimba di 3 anni sull’auto di papà investe e uccide un pensionato

Tre anni, gioca a fare l’autista, cioè il lavoro del padre, e con l’auto dei genitori, peruviani, investe e uccide l’amico di famiglia. È successo mercoledì pomeriggio a Truccazzano nel parco della Bisarca, in quella che viene ormai soprannominata «la spiaggia dei sudamericani». D’estate, infatti, i latinos arrivano qui a centinaia da tutta la Regione, insieme ad albanesi e romeni, nonostante la zona sia privata e dichiarata dalla Asl come non balneabile.
La tragedia è avvenuta a pochi metri dalle acque dell’Adda. Padre e madre sono stati già denunciati per omicidio colposo. La vittima si chiamava Giuseppe Esposito, 64 anni, pensionato. Le dinamiche dell’incidente sono state ricostruite dagli inquirenti. Erano le 14 di mercoledì, la coppia di peruviani regolare in Italia, lui G.Y.M.A., 40 anni, lei C.A.E.P., 42 anni, avevano deciso di muoversi dalla casa di viale Tibaldi a Milano per raggiungere le rive dell’Adda con le due figlie di tre anni e un anno e mezzo. Esposito, originario di Napoli, ma a Milano con la moglie sessantenne da trentaquattro anni, abitava in via Mompiani. A pochi isolati, quindi, dai peruviani. Ha conosciuto la coppia facendo il sostituto portiere in diversi quartieri della città.
Mercoledì era andato a trovarli e li ha visti in partenza. Così ha chiesto subito dove stessero andando. «Al fiume», hanno risposto loro. E lui, che da qualche tempo recitava la parte del nonno delle due piccole (i nonni veri abitano ancora nel paese andino), non ha esitato un attimo ad accodarsi alla famigliola. Così i cinque sono partiti insieme a bordo della Ford Mondeo della coppia. Sono arrivati nella boscaglia incolta dell’Adda appena dopo le quindici. Tutta la zona all’ombra era occupata. Faceva caldo, i gradi percepiti in zona erano 41: un inferno. Ma la compagnia si è fermata lo stesso sulla terra al sole, proprio a ridosso del bosco. Giuseppe, però, non sopportava il sole. Così ha deciso di stendersi proprio davanti all’auto, sotto l’ombra creata dalla vettura parcheggiata. Scelta tragicamente fatale. Perché mentre i genitori stavano prendendo il sole, la bimba di tre anni «si è mossa in cerca di qualcosa da fare», come racconta Lucia Da Silva, ieri tornata alla spiaggia nonostante la tragedia dell’altro giorno. All’improvviso la piccola ha avuto la malsana idea di giocare con l’auto, si è messa sul sedile del guidatore e ha girato la chiave. Una sequenza drammatica, perché la vettura aveva il freno a mano tirato, ma si è messa in marcia ugualmente, schiacciando il povero pensionato.
Le ruote anteriori dell’auto sono finite sul volto e sul torace dell’uomo. In otto persone hanno tentato di sollevare la Ford. E ce l’hanno anche fatta. Ma Esposito era già gravissimo e i soccorsi del 118 arriveranno solo 20 minuti dopo. La strada per giungere alla spiaggia, infatti, è senza cartelli e per due chilometri sterrata. L’uomo è morto sul posto. Appena arrivati, i carabinieri di Cassano D'Adda hanno mostrato dubbi sulla dinamica. Tanto che il capitano Michele De Paoli ha ordinato una prova a freddo sull’auto. E la vettura non solo ha fatto un balzo in avanti, ma stava quasi per accendersi. Così i militari si sono persuasi. Ora proprio loro lanciano un appello: «Quella zona venga dichiarata inaccessibile».

Non è infatti la prima tragedia nella «spiaggia dei sudamericani».

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