Dalla «biondina» al Barbonus L’Atm racconta i suoi autisti

«La biondina del 5» è Daniela Di Domenico, in Atm dal 1999. Guida sulla linea che fa capolinea all’Ortica: nonne che vanno a prendere i nipotini a scuola, anziani che le regalano caramelle o mandarini. Appena i suoi colleghi hanno ricevuto il libro «Storie Atm», uscito settimana scorsa come regalo di Natale per i lavoratori dell’azienda, e hanno letto la pagina dedicata a lei, subito le hanno telefonato: «Daniela, ormai sei famosa!»
Si tratta del piccolo gioiello che l’azienda Atm ha da poco confezionato (chi fosse interessato ad averne una copia può scrivere all’indirizzo email: comunicazioneinterna@atm-mi.it): un libro che contiene un centinaio di fotografie in bianco e nero e brevi testi per raccontare le storie delle persone che guidano tutti i giorni i nostri autobus, tram e metropolitane milanesi. L’idea nasce da un progetto di comunicazione interna e partecipazione aziendale: un gruppo di formatori e consulenti si è recato nei vari depositi Atm per parlare con autisti e macchinisti. Li hanno intervistati e fotografati, creando delle occasioni di dialogo e ascolto. Il progetto ha finito per coinvolgere l’intera città: «attraverso i frammenti raccolti emerge la storia dell’azienda, e con lei la storia di Milano» scrive Elio Catania, presidente e amministratore delegato di Atm.
E infatti, dai racconti che vengono narrati, Milano risulta la coprotagonista indiscussa del libro, oltre ai lavoratori di Atm, con tutti gli avvenimenti, importanti e non, che ne caratterizzano una giornata: Filippo Di Giesi ci parla dell’improvviso schianto, «può essere solo una bomba», che ha avvertito il 18 aprile 2002 quando si è verificato l’incidente dell’aereo che si è schiantato contro il grattacielo Pirelli. Bisinelli, Iannone e Di Carlo invece raccontano di due rapine e di una rissa a cui hanno assistito in città. I conducenti Atm vivono sul mezzo dalla mattina presto fino a sera, è vero, ma proprio per questo sono sempre a stretto contatto con la vita di tutti i giorni e con ogni tipo di persona. Nel libro, infatti, si racconta anche di avvenimenti che riguardano l’attenzione che l’azienda riserva per i disabili, o il «Buon samaritano», il mezzo Atm che, in collaborazione coi frati cappuccini, porta di notte cibo e coperte ai bisognosi.

Gli addetti chiamano questo servizio «Barbonus», con la concreta, vera e spontanea praticità dei milanesi, sia quando lo sono per nascita che quando, invece, vi sono arrivati per lavoro. Racconti d’avventure sotto la neve, di modi di dire che nascono in azienda: un libro nato spontaneamente, senza vezzi artistici. Da cui emerge un mondo reale quanto appassionato.

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