Biotech e media tra catastrofismi e disinformazione

Biotech e media tra catastrofismi e disinformazione

Il contributo dei media è fondamentale per dare risalto ai risultati dell'innovazione in campo medico, purché gli stessi vengano tradotti in un linguaggio fruibile a tutti e con la necessaria imparzialità. A questo proposito, Merck Serono, ha organizzato la seconda edizione di Comunicare le biotecnologie e l'innovazione in medicina, meeting in cui esponenti del mondo della scienza, industria e mondo accademico, hanno fatto il punto sull'importanza dei media nella corretta e puntuale informazione sulle novità più importanti in ambito medico-scientifico, in particolare sulle biotecnologie. «Con la seconda edizione - dice Antonio Tosco, direttore del dipartimento Health Outcomes & Market Access di Merck Serono Spa - la nostra azienda conferma l'impegno nel far sì che l'informazione sulle novità scientifiche possa giungere all'opinione pubblica correttamente e con un linguaggio di facile comprensione. Obiettivo finale è permettere all'opinione pubblica una riflessione consapevole, scevra da pregiudizi, su temi che hanno un ruolo sempre più centrale».
Le biotecnologie hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo di tutti i settori, spiega il direttore di Assobiotec, Leonardo Vingiani: «Consentono l'aumento della produttività di un sistema attraverso il miglioramento dell'efficienza dei processi esistenti. L'Ocse prevede che, nel 2030, le biotecnologie avranno un peso rilevante nella produzione dell'80% dei prodotti farmaceutici, del 35% dei prodotti chimici e industriali e del 50% dei prodotti agricoli, per un valore diretto stimato del 2,7% del Pil globale». Ma l'opinione pubblica è abbastanza informata e preparata? «I dati più recenti - spiega Massimiano Bucchi, professore di Sociologia della scienza e comunicazione scienza e tecnica all'Università di Trento - mostrano un miglioramento del livello di alfabetismo scientifico dei cittadini. L'esposizione a contenuti scientifici nella stampa e in tv è in crescita, come l'uso del web per informarsi. Le fonti informative sulla scienza giudicate più credibili sono quelle che mettono direttamente in contatto con i ricercatori scavalcando i mediatori tradizionali; una dinamica che attribuisce al consumatore di informazione scientifica un ruolo sempre più attivo e competente».

La cattiva informazione è il più delle volte alla base dell'atteggiamento antiscientifico: per Gabriele Milanesi, professore ordinario di Biologia molecolare, «non è facile, per un pubblico generico, districarsi nel groviglio d'informazioni vaghe, annunci sensazionalistici, battaglie ideologiche e catastrofismi, offerti da stampa e tv. Basti pensare alle crociate condotte contro l'utilizzo di Ogm in agricoltura».

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