Biotestamento, il premier lancia la sfida ai giudici

RomaSilvio Berlusconi si schiera a sostegno della legge sulla fine vita e il biotestamento e chiede al Pdl di fare altrettanto. In una lettera inviata a tutti i parlamentari azzurri il premier avverte: non possiamo lasciare che sia un tribunale a decidere se un essere umano deve vivere o morire, con un esplicito riferimento alla vicenda di Eluana Englaro. Fu proprio il caso di Eluana (la ragazza in coma per 17 anni deceduta dopo la sospensione di idratazione e alimentazione artificiali autorizzata da una sentenza) a spingere il Senato ad affrontare con urgenza la questione nel tentativo di definire un confine chiaro tra l’accanimento terapeutico e l’eutanasia. Ed è la prima volta che il presidente del Consiglio prende una posizione così netta su temi eticamente sensibili alla vigilia della votazione di una legge. Non lo aveva fatto in modo così esplicito, ad esempio, per la legge sulla fecondazione assistita. Questa volta però pur nel rispetto delle «libere convinzioni di ciascuno» e riconoscendo che su una «questione sensibile e legata alla sfera più intima e privata non si dovrebbe legiferare» Berlusconi chiede il sostegno a una legge ritenuta necessaria proprio per evitare quanto è accaduto con Eluana con i tribunali che «adducendo presunti vuoti normativi pretendono in realtà di scavalcare il Parlamento e usurparne le funzioni».
La scesa in campo del premier ha suscitato l’ira dell’opposizione con il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che lo accusa di averlo fatto per motivi elettorali, in vista delle amministrative. Ma schierarsi su un tema etico, come ha deciso di fare il premier può significare sì guadagnare voti da una parte ma anche perderne da un’altra visto che le posizioni sono assolutamente trasversali e che pure all’interno della Chiesa esistono sfumature ad esempio sul concetto di «accanimento terapeutico».
«Chi attacca il presidente Berlusconi per la sua lettera sul testamento biologico lo fa in maniera strumentale - dice Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl alla Camera - Se avessimo potuto scegliere non ci sarebbe stato alcun intervento legislativo. Purtroppo un tribunale ha deciso con una sentenza quali vite sono degne di essere vissute e quali no. Questo è inaccettabile e perciò il legislatore ha l’obbligo di intervenire».
Sostegno al premier anche dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. «La vita va preservata sempre e comunque - dice la Brambilla - accolgo con convinzione l’appello del premier».
L’opposizione insiste: il Pdl vuole accelerare l’iter della legge impedendo un dibattito approfondito per motivi elettorali. Ma ieri a Montecitorio a proporre di invertire l’ordine del giorno anticipando a la discussione sulle Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento, è stato Pier Ferdinando Casini, il leader dell’Udc. Oltretutto in aperto contrasto con Futuro e libertà che invece ne chiedeva il rinvio insieme a Pd e Idv. Il Terzo Polo mostra dunque già delle crepe al proprio interno. «Le divergenze interne al Terzo Polo in tema di biotestamento dimostrano inequivocabilmente il fallimento del primo e più importante test politico per la coalizione che intende proporsi come alternativa credibile e autorevole al Pdl», osserva Alessandro Pagano del Pdl.
Comunque non sembra che la Camera stia spingendo l’acceleratore sul testo. Ieri sono state votate e respinte le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pd e Idv ma oggi l’aula riprenderà la discussione sul Documento economico finanziario e soltanto al termine si tornerà al biotestamento. Il capogruppo Pdl, Fabrizio Cicchitto, ritiene possibile che si inizi a votare sul biotestamento «dopo le elezioni amministrative di metà maggio».


Il testo poi una volta approvato dalla Camera dovrà tornare al Senato perché è già stato modificato. I tempi dunque non saranno brevissimi ed è davvero improbabile che il ddl possa essere approvato da Camera e Senato prima delle amministrative.

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