Blatter, "l'unificatore" che cancella la storia

Se dipendesse da Sepp Blatter Cannes e Venezia sarebbero un festival solo. E perché no? Metterebbe assieme anche l’Oscar e i Grammy, in una serata unica, esclusiva, sotto lo stemma della Fifa. Qualunque cosa deve passare da Zurigo. Il Pallone d’oro di France Football era nato esclusivamente per i calciatori di origine europea e che giocavano nei campionati continentali. Dal 1997, per evidenti motivi di cassetta e di astuzia editoriale, i francesi avevano allargato anche ai non europei ma sempre dei campionati «Uefa». Negli ultimi tre anni, sempre per le ragioni mercantili di cui sopra, la giuria ha preso in visione tutto il mondo calcistico, isole sperdute comprese. In parallelo dal 1991 la Fifa, per non farsi mancare mai niente, ha creato il Fifa World Player che, stando alla sua denominazione, dovrebbe riguardare il migliore calciatore del mondo, dunque coinvolgere anche realtà tecniche sconosciute, seguendo lo spirito e la filosofia, spesso annunciate (raramente confermate) dal suo capo, di non curare soltanto il circo già privilegiato dei grandi professionisti, carichi di trofei, medaglie, riconoscimenti.
Blatter deve avere capito da qualche tempo che l’Uefa ha preso corpo, la figura di Platini, così simpatica e folkloristica, in avvio, sta diventando scomoda, fastidiosa, i suoi progetti entrano in collisione con la politica Fifa.

Ora l’accordo tra France Football (è il settimanale de l’Equipe, le due testate hanno fatto spesso e volentieri la fronda alla stessa Fifa e hanno praticamente fatto esplodere il caso Francia all’ultimo mondiale) e la Fifa brucia cinquantaquattro anni di storia, da sir Matthews a Di Stefano, da Suarez a Sivori, da Rivera a Best, per arrivare a Cristiano Ronaldo e a Messi, l’ultimo della lista. L’Europa perde il suo principale ed esclusivo premio calcistico. Blatter ha capito che quello è territorio suo. Ce l’ha fatta, quelli di France Football anche. La storia? Non porta denari.

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