Blitz di Borghezio in chiesa: «Difenderemo la terra cristiana»

Genova, comizio dell’eurodeputato leghista a fianco dell’altare contro il centro interreligioso voluto dal sindaco. La Curia protesta

«Noi cavalieri combattenti della cristianità giuriamo di difendere sempre e comunque la Commenda dalla profanazione e dall’invasione islamica»: sono le parole pronunciate ieri sera a fianco dell’altare della medioevale chiesa di San Giovanni, fatta aprire appositamente, dall’eurodeputato leghista Mario Borghezio a conclusione del comizio in difesa dell’attigua Commenda di Prè che fu nel dodicesimo secolo ospizio per pellegrini e Crociati. In essa il sindaco Marta Vincenzi (Pd) vorrebbe realizzare un centro aperto alle tre grandi religioni monoteiste. Un gesto che ha suscitato la reazione della Curia Arcivescovile che in tarda serata, con una nota, ha espresso «tutta la sua disapprovazione». La Curia «riafferma il principio per il quale, senza l’esplicita autorizzazione ecclesiastica, nessuno può utilizzare una chiesa cattolica per gesti o manifestazioni che non siano la preghiera personale o la partecipazione agli atti del culto cattolico».
Incitato dallo slogan «Genova cristiana mai musulmana» e accompagnato da un gruppo di fedelissimi, fra cui il segretario regionale della Lega Nord, Francesco Bruzzone, Borghezio ha chiesto al custode di entrare nella Chiesa, che era chiusa. In assenza del parroco, il sagrestano ha tentennato, ma Borghezio ha sfoderato il tesserino da parlamentare ed ha insistito. Una volta all’interno, Borghezio è salito di fianco all’altare con la bandiera crociata della Lega e ha recitato, all’unisono con i presenti, la solenne formula. È stato l’ultimo episodio delle polemiche cominciate con il progetto della comunità islamica genovese di costruire una moschea nel quartiere operaio di Cornigliano, in un capannone industriale dismesso. Mentre si attendono le autorizzazioni del Comune, le discussioni in città si sono susseguite con le opposizioni del centrodestra sempre più dure e il nuovo sindaco, Marta Vincenzi, decisa a difendere la sua idea di città tollerante, multietnica e con libertà di culto.
L’ultima proposta del sindaco di aprire nel medioevale complesso della Commenda, recentemente restaurato, un centro interreligioso, ha scatenato le proteste soprattutto della Lega Nord con presidi culminati con il comizio di Borghezio. «È una proposta vergognosa che viola un luogo storico - ha esordito Borghezio -, stiamo assistendo all’avverarsi delle peggiori profezie di Oriana Fallaci. La Repubblica di Genova è stata un baluardo per la difesa della cristianità dall’invasione islamica e non consentiremo questo sacrilegio». L’europarlamentare del Carroccio ha poi precisato: «Ci proveremo prima con mezzi democratici, pronti però ad impugnare la spada di Giussano e a lanciare i sassi di Balilla se sarà necessario». Concludendo con «Scateneremo a Genova un’Intifada al contrario se servirà».


«Per fortuna - ha osservato Ahmad Gianpiero Vincenzo, presidente dell’associazione Intellettuali musulmani italiani e già direttore del Dipartimento per il dialogo interreligioso del gruppo misto al Senato - lo stesso Borghezio afferma di avere fiducia nei metodi democratici, i quali non prevedono né di usare la spada, né di lanciare sassi. Tanto vale a non richiamare nemmeno metodi decisamente antidemocratici, neppure per mero populismo politico».

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