Settanta milioni di euro perduti per la Pisana. «Siamo sbalorditi - dice il capogruppo della Democrazia cristiana al Consiglio regionale del Lazio, Fabio Desideri -. La Giunta ha lasciato a secco le casse del Consiglio dimenticando di trasferire circa 70 milioni di euro previsti dalla Finanziaria regionale per il 2006 e il responsabile del Bilancio cosa risponde? Che è colpa della gravissima crisi e della proliferazione di organismi consiliari che determinano un eccesso di spese ingiustificato da autentiche ragioni politiche». Per Desideri, si tratta di «affermazioni gravissime, messe nero su bianco, che mettono a rischio la democrazia allinterno dellistituzione Regione. Per questo motivo ho presentato una interrogazione consiliare urgente».
«Per lassessore Nieri - ha aggiunto Desideri - ci sono dei gruppi (quindi dei partiti) di serie A, la cui azione politica è giustificata e legittimata, e altri di serie B, perché questo è il senso delle sue affermazioni. Invito tutti i colleghi a riflettere sullargomento perché è in gioco il regolare svolgimento dellattività della Pisana, il luogo dove si dovrebbe svolgere il controllo e la verifica degli atti dellesecutivo». Non basta. «Voglio inoltre ricordare - continua Desideri - che il mancato trasferimento delle risorse al Consiglio viola larticolo 24 dello Statuto regionale, larticolo 4 della legge 853 del 1973 e la legge regionale numero 5 dellaprile 2006. Si tratta infatti di stanziamenti obbligatori e non potrebbe essere altrimenti visto che siamo in democrazia, la cui erogazione non è legata a ragionamenti di compatibilità rispetto a presunte disponibilità di cassa, come invece vorrebbe far intendere lassessore Nieri».
Sulla vicenda Desideri ha presentato uninterrogazione a Marrazzo e a Nieri ponendo una serie di quesiti: «Prima di tutto - si legge in una nota dellesponente Dc - quali sono i motivi reali del mancato trasferimento dei fondi al Consiglio regionale? E poi: in base a quali criteri si stabilisce la compatibilità o incompatibilità delle spese obbligatorie con gli stanziamenti di bilancio? Ma soprattutto, sulla scorta di quali valutazioni oggettive la proliferazione dei gruppi consiliari viene considerata ingiustificata in quanto priva di autentiche ragioni politiche? E infine: quale metro di valutazione definisce autentiche le ragioni politiche che determinano la nascita di un gruppo consiliare?».
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