
L'aeroporto di Nizza è il terzo di Francia, dopo i due scali parigini: la porta d'accesso alla Costa Azzurra, a Cannes, Antibes, Juan-les-Pins e Saint-Tropez, il paradiso mondiale del turismo d'élite. Una città cosmopolita, Nizza. Amata soprattutto dagli italiani, che in ogni stagione dell'anno accorrono richiamati dal lusso di hotel e negozi, dai locali alla moda e dal clima mite anche nei mesi invernali. Ventimila nostri connazionali l'hanno scelta come residenza fissa.
A Nizza è facile sentirsi a casa. E non solo perché più o meno tutti parlicchiano l'italiano. Il capoluogo della Costa Azzurra è la città meno francese di Francia e quasi tutto - dalla toponomastica all'architettura, dal dialetto alla gastronomia - richiama il passato ligure-piemontese dell'allora Regno di Sardegna. Ecco quindi che le avventure letterarie dell'investigatrice privata Ghjulia Boccanera, un'eroina dark che si muove tra i carrugi della Vieille Ville, l'elegante lungomare della Promenade des Anglais e il porto davanti al quale nacque Giuseppe Garibaldi, ci appaiono familiari.
Ghjulia detta Diou è la protagonista della fortunata serie noir della scrittrice nizzarda Michèle Pedinielli, da poche settimane approdata in Italia con il suo primo titolo, Boccanera, pubblicato da Fandango. Nata a Nizza da una famiglia italo-corsa, Michèle ha lavorato per molti anni nel giornalismo ed ha vissuto a lungo a Parigi, prima di tornare in Costa Azzurra e imboccare la strada tortuosa del romanzo noir. Il primo libro di Ghjulia Boccanera risale al 2018 e ad oggi la serie è già arrivata a cinque titoli. Oltre a Boccanera, in queste settimane Pedinielli è presente delle librerie italiane con un altro romanzo appena uscito, Il confine della vergogna (Edizioni Le Assassine), scritto a quattro mani con l'amico Valerio Varesi, il più francese dei nostri scrittori polizieschi, non a caso amato Oltralpe forse ancor più che in Italia.
Dalle pagine di Michèle Pedinielli emerge l'altro volto di Nizza, quello oscuro che non compare nelle guide turistiche e sui giornali glamour. Viene a galla il milieu criminale che ha sempre convissuto con l'immagine patinata, modaiola e internazionale della città-simbolo della Costa Azzurra. Nulla a che vedere con il ghigno rapace e sanguinario della leggendaria malavita di Marsiglia, tuttavia da almeno mezzo secolo la Nizza dei bassifondi e delle banlieues convive con la delinquenza in giacca e cravatta ammanicata con la politica, descritta già nel 1982 da Graham Greene (che abitava ad Antibes) nel libro J'Accuse, The Dark Side of Nice, volume che in Francia gli procurò denunce e antipatie fino alla morte.
Era la Nizza dei palazzinari e dei locali alla moda nei quali si riciclava il denaro del traffico di droga, la città dove i caïd marsigliesi si recavano in trasferta per mettere a segno nuovi progetti criminali e dei banditi vecchia scuola come Albert Spaggiari, l'ideatore del geniale colpo con il quale nel 1976 svuotò i caveaux di una banca del centro passando attraverso le fogne cittadine. Di quella malavita pittoresca e legata agli antichi codici d'onore adesso non c'è più traccia, ma dai libri di Michèle Pedinielli s'intuisce che l'altra criminalità, quella dei colletti bianchi, gode invece di ottima salute. Ed è estremamente attenta a cogliere ogni minima possibilità per fare cospicui affari con attività legali come gli appalti pubblici, il business delle costruzioni, il mondo della ristorazione e del commercio. Trattandosi di un giallo non si può anticipare nulla, ma in Boccanera gran parte dell'indagine ruota intorno a una maxi opera pubblica che negli ultimi anni ha trasformato il volto della città.
C'è poi un'altra forma di criminalità che negli ultimi due decenni ha messo le mani sulla Costa Azzurra, una piovra poco appariscente che tuttavia si conferma assai pericolosa, come ammonisce un recente rapporto della Dia italiana. Si tratta della 'Ndrangheta, che dalle vicine basi di Sanremo e Ventimiglia ha esteso le sue mire su Mentone, Nizza, Cannes e sull'intera Baia degli Angeli. Una mafia silenziosa e disarmata, per il momento. Che non spara ma ricicla centinaia di milioni di euro del traffico di cocaina lungo questa costiera elegante e affollata di resort, porti turistici e campi da golf.
Pane per i denti di Michèle Pedinielli e degli altri scrittori di polar che stanno spuntando come funghi tra Nizza e dintorni. Il capoluogo della Costa Azzurra non ha avuto una grande tradizione di scrittori noir, di solito concentrati tra Parigi, Lione e Marsiglia. Il più noto è Patrick Raynal, già direttore della Série Noire di Gallimard, parigino che ha vissuto molti anni a Nizza e qui ha ambientato alcuni dei suoi romanzi.
Ora però è in arrivo una nuova generazione di scrittori nizzardi (Carine Marret, Jean Emelina, Michel Tourscher e Brigitte Rico fra gli altri), grazie anche alla vitalità dell'editore Baie des Anges, che ha lanciato una collana di noir con storie poliziesche ambientate proprio in Costa Azzurra. Teniamoli d'occhio.