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Boffo, l’assistente di volo e la ragazza molestata

Lui, lei, l’altro. Quest’ultimo, ormai si sa, è il direttore dell’Avvenire. Si sa pure che lei è Anna B., una bella ragazza di Terni, 29 anni, famiglia in vista, colta e devota. Ora Panorama (in edicola oggi) svela anche chi è lui, l’ex fidanzato conteso: un ex «aitante assistente di volo ternano» nato nel 1970, «fisico slanciato, modi delicati, portamento signorile, conoscitore delle lingue straniere, assiduo frequentatore della Lectio divina» che si teneva una domenica al mese nella città umbra. Anche lui ha gettato alle spalle quella vecchia storia, ha cambiato città e lavoro: è single e dirige una filiale di una grande banca in provincia di Modena. «Non ho niente da dichiarare. Ho dei clienti davanti a me», ha detto al settimanale della Mondadori.
Si conobbero a fine Anni ’90, probabilmente in qualche incontro organizzato dalla diocesi. Lui è di dieci anni più vecchio, lei «bruna e graziosa - dettaglia Panorama -, corpo tornito dall’atletica (a giugno è arrivata nona a una gara podistica), è la rampolla di una delle due famiglie più in vista del mondo cattolico ternano. Il capofamiglia è un uomo minuto e discreto, rappresentante di commercio, presidente parrocchiale dell’Azione cattolica, ma soprattutto presidente della radio diocesana appartenente al circuito InBlu il cui direttore è proprio Boffo. La madre, ex insegnante di liceo, fa parte della consulta nazionale degli organismi socioassistenziali della Caritas ed è impegnata nel Centro italiano femminile, l’associazione delle donne cattoliche. Ha anche scritto una biografia di Caterina Franceschi Fannucci, letterata ed educatrice ottocentesca, a cui sembra ispirarsi nello stile semplice e austero. I coniugi sono pure responsabili dell’ufficio diocesano della famiglia».
Le molestie per cui è stato condannato Dino Boffo appartengono al periodo tra l’agosto 2001 e il gennaio 2002. Anna B. ricevette le «telefonate ingiuriose di un uomo che l’aveva apostrofata dandole anche della “cornuta” e che faceva pesanti riferimenti alla vita sessuale sua e del fidanzato». Fu la madre della giovane a sporgere denuncia contro ignoti. La procura controllò i tabulati telefonici. E scoprì che le chiamate partivano da un’utenza di Avvenire che era «nella disponibilità» di Boffo. Dopo qualche mese, la famiglia ritirò la querela ma la legge prevede che per le molestie il pm proceda d’ufficio. Così si arrivò all’ammenda da 516 euro, massima pena pecuniaria per reati del genere, inflitta al giornalista nel 2004. Boffo fu condannato per «le ripetute chiamate sulle utenze telefoniche della ragazza nel corso delle quali ingiuriava anche alludendo ai rapporti sessuali con il suo compagno (condotta di reato per la quale è stata presentata remissione di querela), per petulanza e biasimevoli motivi». La versione di Boffo è che avrebbe conciliato per evitare guai a un giovane tossicodipendente (morto qualche tempo dopo) il quale avrebbe fatto quelle chiamate usando di nascosto il suo telefono.
Secondo le voci raccolte da Panorama a Terni, il direttore di Avvenire avrebbe conosciuto i due giovani nel marzo 2001, in occasione di un’assemblea diocesana dal titolo «Domenica, giorno che salva», in cui lui era tra i relatori e la famiglia della ragazza ospite. Il fidanzato di lei è un tipo attraente, qualcuno lo ricorda alla Giornata mondiale della gioventù in Francia «mentre recita la parte del mimo-giullare, con eleganza stilizzata - racconta Panorama - o partecipa alle giornate di dialogo interconfessionale della comunità monastica fondata dal pastore calvinista frère Roger Schutz di Taizé». Chi lo conosce bene esclude tendenze gay. «Per esempio Leonardo G., maresciallo della Guardia di finanza, una delle otto persone inserite sul social network Facebook tra gli amici dell’uomo (la ragazza molestata ne ha invece 155, tra cui l’attrice ternana Camilla Ferranti), spazza via i sospetti con una risata: “Il mio amico omosessuale? Non scherziamo”».
La coppia sembra superare la vicenda Boffo. Nel frattempo lei si diploma al Pontificio istituto di studi arabi e islamici (che ha rappresentato al festival cinematografico dei Popoli e delle religioni), per un periodo va in Giordania a insegnare italiano, entra come interprete in un’azienda di import-export alle porte di Terni e partecipa a vari convegni sul Medio Oriente. Lui invece entra in banca e i loro destini si separano.
Raggiunta ieri al telefono dall’Ansa, Anna B. mormora poche parole: «La vicenda è chiusa, appartiene al passato. È stata violata la mia privacy. Non posso rilasciare dichiarazioni, al momento...

Magari parlerò in futuro».

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