da Milano
«Sullesistenza di un racket dei lavavetri abbiamo informazioni attendibili che passeremo alle forze di polizia». Così il sindaco di Bologna Sergio Cofferati ha risposto, in consiglio comunale, a una domanda rivoltagli dal consigliere di An Enzo Raisi sullesistenza di un racket di lavavetri.
«Per mia scelta - ha detto il sindaco - queste segnalazioni manterranno un carattere di riservatezza e non ho intenzione di parlarne pubblicamente. Chi ne ha il compito verificherà lattendibilità di queste segnalazioni. Per quanto ci riguarda abbiamo dato disposizione alla polizia municipale di monitorare il fenomeno con maggiore attenzione».
Il sindaco ha anche annunciato che, per impegni istituzionali, non raccoglierà linvito di Giuliano Ferrara a partecipare alla trasmissione Otto e mezzo per parlare della vicenda dei controlli sui lavavetri. Un caso, quello del racket sui lavavetri, esploso allindomani della pubblicazione su il Giornale di un servizio che ha documentato la realtà dei cosiddetti vu lavà ai semafori di Bologna. Il cronista del Giornale ha trascorso infatti una giornata allincrocio tra via Stalingrado e via Repubblica travestito da lavavetri, finché un uomo di etnia rom si è avvicinato intimandogli di andare via. Ieri mattina negli uffici della Questura di Milano il cronista autore del reportage, Nino Materi, è stato sentito dal capo della Squadra mobile di Bologna giunto appositamente nel capoluogo lombardo per verbalizzare quanto accaduto al redattore del Giornale. Il funzionario della questura bolognese ha mostrato a Materi le foto di un centinaio di stranieri con precedenti penali, tra le quali però il cronista non ha riconosciuto il volto del «capo» dei lavavetri incontrato a Bologna.
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