Non succede, ma se succede diceva il giovane tifoso canturino per le strade di Siena, allora la luna può sparire: ieri sera al Pianella è accaduto davvero nel momento in cui la luna si eclissava e la Bennet batteva 80-71 i detentori del titolo. Cantù ha riaperto la serie scudetto, fermato un a striscia negativa di oltre 20 sconfitte.
Il braccio d'oro di Mazzarino, la sapienza di Leunen, il genio tattico di Scekic e Marconato che saldavano nell'aria il lavoro delll'artiglieria. L'uomo chiave si chiama Mike Green che nell'ultimo quarto, iniziato sul 54-49 nato dal 23-14 del 2° quarto, quando Siena era rientrata seguendo il turbo McCaleeb, è uscito dalla panchina con gli occhi della tigre, lui che era stato fra i più criticati nelle due gare senesi, spezzando in due la difesa del Montepaschi.
I giocatori in trionfo nel Pianella dove la gente non sa se piangere o ridere, ma anche Andrea Trinchieri si prende un orecchio del toro più minaccioso perché la zona usata bene, usata come tarlo mentale per una Siena non feroce come al solito, ha deciso tutto, facendo diventare umana una squadra che di solito appare oltre i confini.
La serie scudetto vive, come diceva il maestro senese Cardaioli che aveva visto qualche crepa in gara due, che per le zone è sempre stato un maestro, e bisogna dire che la scelta tattica, dopo i primi 10'(14-19), ha pagato tutto i dividendi nel momento in cui Amleto Micov è andato ad esplorare oltre il solito deserto dei tartari dove Siena confina i suoi avversari.
Trinchieri in trionfo, ma non sazio: alla fine sembrava chiedere ai suoi di risparmiarsi perché domani in gara 4, sempre al Pianella, vorrebbe fare storia. Lo è già con questo successo dopo i 4-0 mortficanti con cui Siena chiudeva le finali scudetto negli ultimi tre anni.
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