"Uno in meno". A sinistra i teorici del "se l'è cercata". Meloni: non taccio

Friedman, Odiffredi, Saviano odiatori: "Provocatore, ucciso dalla violenza che predicava". E i collettivi universitari pubblicano una sua foto a testa in giù

"Uno in meno". A sinistra i teorici del "se l'è cercata". Meloni: non taccio
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L'odio verso i conservatori non si ferma nemmeno di fronte all'uccisione di un giovane attivista di 31 anni che lascia una moglie e due figli. Non bastavano gli hater sui social network, ieri giornalisti, intellettuali (o pseudo tali), commentatori e attivisti italiani hanno dato il peggio di sé per commentare la morte di Charlie Kirk tra silenzi compiaciuti e giustificazionismi.

Tremendo il post dei collettivi universitari Osa e Cambiare Rotta che hanno pubblicato una foto a testa in giù di Kirk con la scritta "-1. A buon intenditor poche parole, oggi è un giorno meno buio". Sul contenuto del post è intervenuta Giorgia Meloni che ha scritto "questi sono i sedicenti antifascisti. Questo è il clima, ormai, anche in Italia. Nessuno dirà nulla, e allora lo faccio io. Non ci facciamo intimidire".

Roberto Saviano si è lanciato in un assurdo paragone storico scrivendo "il suo assassinio rischia di diventare, per Trump, l'incendio del Reichstag del 1933". Dopo aver paragonato il presidente americano a Hitler ha aggiunto: "Trump è debole, sta fallendo in politica interna ed estera, è politicamente instabile e per questo pericolosissimo" per poi rincarare la dose "Kirk era considerato un provocatore: provocava attraverso il dialogo".

Non fa di meglio Alan Friedman che, in un commento su La Stampa, ha scritto "un americano su quattro approva la violenza della politica che anche Kirk predicava". Poi, invece di un rispettoso silenzio nei confronti di un giovane assassinato, ha aggiunto: "Charlie Kirk il propagandista MAGA ucciso ieri era amico di Trump. Sostenne la violenza del 6 gennaio 2021. Disse che le donne nere non avevano diritto al lavoro, che i gay andavano uccisi e fece propaganda pro-Putin. La violenza in America cresce grazie a gente come lui".

C'è chi riesce a fare perfino di peggio come l'attivista per i diritti trans Roberta Parigiani che ha affermato "francamente penso che Kirk abbia fatto esattamente la fine che si fa quando si professa odio. Se vai in giro a odiare, prima o poi quell'odio ti ritorna indietro. Normalmente si chiama karma; in Usa si chiama diffusione incontrollata di armi da fuoco. Non riesco a dispiacermene neanche un po'". Per il giornalista Simone Alliva invece "ai conservatori serviva un martire. Eccolo".

Su La7, il matematico Piergiorgio Odifreddi ha dichiarato: "Sparare a Martin Luther King e sparare a un rappresentante di MAGA sono due cose molto diverse perché Martin Luther King predicava la pace e invece MAGA e Trump...". Una frase che ha lasciato basiti gli ospiti in studio con anche il conduttore David Parenzo che ha preso le distanze ma Odifreddi ha rincarato la dose: "Chi semina vento raccoglie tempesta". Il non detto è chiaro: Kirk se l'è cercata. Chi lo dice apertamente sono invece vari utenti sui social come alcuni esponenti dei collettivi che scrivono: "Visto che era a favore dell'uso delle armi, se l'è cercata" mentre un esponente dei Black lives matter scrive "Charlie Kirk non è un martire. È una vittima della violenza che ha fomentato".

Intanto all'Europarlamento è stato negato un minuto di silenzio in memoria di Kirk richiesto dagli europarlamentari di Ecr, Patrioti ed Esn e molti europarlamentari della sinistra si sono rifiutati di onorarne la memoria.

In segno di protesta gli eurodeputati sovranisti hanno inscenato una dimostrazione in Aula: prima hanno osservato comunque un minuto di silenzio durante il voto, poi hanno battuto le mani sugli scranni per diversi secondi.

In fin dei conti Kirk aveva già detto tutto in un suo tweet del 2016: "Si può capire molto di una persona dal modo in cui reagisce alla morte di qualcuno".

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