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Bombe Usa contro le basi di Al Qaida: 56 morti

da Bagdad

Sono entrati in azione alle prime luci dell’alba. E sono andati avanti per un paio d’ore. I caccia americani hanno sferrato ieri un durissimo attacco contro tre covi di terroristi di Al Qaida nella regione sunnita di Al Anbar, al confine con la Siria, utilizzando tecnologia di alta precisione come le bombe a guida laser. A terra sono rimaste 56 persone, tra cui Abu Islam, presunto capo della rete che fa capo all’organizzazione di Bin Laden, e diversi suoi collaboratori. Non è ancora chiaro se fra i morti ci siano civili e quanti siano i feriti.
Di fatto, l’organizzazione, guidata in Irak dal terrorista giordano Abu Musab Al Zarqawi, ha ammesso qualche ora dopo la perdita di 17 suoi mujaheddin. Lo ha fatto su un volantino diffuso in una moschea di Qaim, già al centro, nei mesi scorsi, di massicce operazioni militari per contrastare l’infiltrazione di combattenti arabi. L’attacco è avvenuto mentre proseguono le trattative sulla nuova Costituzione firmata domenica da curdi e sciiti senza l’accordo con i sunniti. Washington spera che un’ampia intesa sulla Carta possa essere raggiunta prima del referendum del 15 ottobre, per il quale i sunniti si sono già mobilitati.
Intanto dalla California, in occasione del 60° anniversario della resa del Giappone, il presidente George W. Bush ha voluto lanciare un nuovo segnale di incoraggiamento ai soldati di stanza in Irak. Dopo aver paragonato il conflitto mondiale di 60 anni fa alla lotta al terrorismo in corso, il capo della Casa Bianca ha promesso: «Combatteremo fino a che la vittoria non sarà nostra e la nostra libertà non sarà sicura».

«Mentre ricordiamo questo anniversario - ha aggiunto il presidente, che non ha fatto a meno di ricordare le vittime dell’11 settembre -, siamo nuovamente una nazione in guerra».

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