Bombole del gas «fai da te», esplode la casa

Il vicesindaco De Corato: «C’è il rischio di un crollo: gli inquilini saranno ospitati negli hotel della zona»

Bombole del gas «fai da te», esplode la casa

Le cause dell’esplosioni non sono ancora chiare, ma è qualcosa più di un sospetto che nell’appartamento di via Padova 164 sventrato dalla deflagrazione, tre cinesi stessero «trafficando» con bombole del gas. Forse, come sospetta Riccardo De Corato, per ricaricarle clandestinamente, forse per effettuare - male - una riparazione. L’effetto è stato devastante: stabile di quattro piano pericolante, dodici famiglie evacuate, tre feriti in ospedale più uno visto fuggire con i capelli bruciacchiati. Probabilmente il «tecnico» responsabile del botto.
Sono da poco passate le 16 quando in via Padova risuona un boato: vetri in frantumi, imposte divelte e calcinacci in strada. Al primo piano è scoppiato «qualcosa», ancora da stabilire però. «Sicuramente è stato il gas, però la rete Aem risulta intatta per cui non ci sono state fughe» spiegano i vigili del fuoco. Quattro le persone ferite: i tre cinesi che si trovavano nell’appartamento e un egiziano di 44 anni che abitava l’alloggio confinante. Lo spostamento d’aria ha tirato giù il tramezzo di mattoni che l’ha sepolto. «L’ho tirato fuori dalla macerie - racconta l’amico Tarek, 43 anni, che era andato a trovarlo - lui era coperto di sangue ma per fortuna vivo».
L’allarme rimbalza immediatamente al 112, arrivano i carabinieri, i vigili del fuoco, automediche e ambulanze inviate dal 118. L’egiziano, regolare, e due cinesi, circa trent’anni privi di documenti, vengono ricoverati a Niguarda, Fatebenefratelli e San Raffaele, in codice verde e giallo: gravità media. All’appello manca un terzo cinese, visto fuggire mezzo bruciacchiato dopo aver abbandonando una borsa di attrezzi.
Questo particolare unito al fatto che nell’appartamento vengono ritrovati ugelli, manometri e altre bottiglie del gas, lascia immaginare che forse l’appartamento era una sorta di laboratorio clandestino dove venivano assemblate o ricaricate bombole di vario tipo. E che il fuggitivo era il responsabile del botto.
«Guardate qui - dice Riccardo De Corato mostrando appunto attrezzi e beccucci - questi cinesi chissà che stavano facendo là dentro. Sicuramente sono clandestini poi: i feriti sono privi di documenti mentre altri che risulterebbero abitare nello stabile adesso sono spariti» L’assessore alla Sicurezza punta anche il dito contro gli italiani sfruttatori: «Se fogge già in vigore il decreto Maroni, eventuali alloggi affittati ai clandestini verrebbero subito confiscati».
Intanto c’è da affrontare l’emergenza. L’edificio infatti va verificato per accertarne la stabilità.

Si tratta di un vecchio palazzo con 12 appartamenti: due abitati da famiglie italiane, due da cinesi, otto da egiziani. Il Comune sta predisponendo il ricovero in albergo per coloro che non dovessero trovare altra sistemazione per queste prime notti.

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