Ministro Sandro Bondi, non è cosa di tutti i giorni vederla perdere la pazienza.
«Guardi, io sono persona cordiale e disponibile al dialogo con tutti. Proprio tutti».
Però durante il question time alla Camera a Di Pietro gliele ha cantate...
«Ecco, Di Pietro è davvero l’unica eccezione. È una persona che mi fa ribrezzo, mi fa orrore».
Non starà esagerando?
«È un uomo capace di tutto, di ogni nefandezza. È un gaglioffo. Lo dimostra la sua storia visto che da magistrato ha fatto cose abominevoli arrivando a mettere in carcere persone innocenti. È il peggior rappresentante della destra becera e parafascista, non solo politicamente ma anche umanamente».
Ma Di Pietro è alleato con il Pd...
«Con il tempo è diventato capace di rappresentare gli umori dell’estrema sinistra. Un percorso, questo, che già si intravedeva ai tempi della sfida per il collegio senatoriale del Mugello: da una parte un uomo di sinistra e riformista come Giuliano Ferrara e dall’altra, sostenuto dalla sinistra comunista, un uomo di destra come Di Pietro».
Lei che ha iniziato la sua carriera politica nel Pci come se lo spiega questo rovesciamento dei ruoli?
«A causa di una sequela di errori - primo fra tutti quello di rinunciare a fare i conti con la storia - la sinistra italiana è arrivata al punto di snaturarsi e diventare preda degli umori giustizialisti e dell’antiberlusconismo più becero e militante. E purtroppo anche Walter Veltroni non è riuscito a rimettere il Partito democratico sulla retta via».
Nel senso che non ha rinunciato all’alleanza con l’Italia dei Valori?
«È stato il suo unico errore. Di Pietro è come un virus entrato nel corpo della sinistra e pian piano è destinato a portarla alla morte. Gli ultimi mesi, caratterizzati da questa aggressione mediatica, stanno lì a dimostrarlo».
L’Idv di Di Pietro, però, era numericamente determinante perché Veltroni potesse sperare di giocare la partita elettorale...
«Posso dirle una cosa?».
Prego.
«La sinistra che ho conosciuto io e i suoi leader non avrebbero mai fatto una scelta del genere.
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