Boni a Scola: «I profughi? Poche parrocchie li accolgono»

Ventitré sindaci leghisti martedí scorso hanno disertato la visita a Brescia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un gesto di protesta contro le politiche di accoglienza dei profughi che Il cardinale Angelo Scola, due giorni fa, ha bacchettato: «È un peccato agire così». E «quando la politica si mette di traverso bisogna insistere nei progetti di accoglienza nel rispetto delle regole della democrazia e della buona educazione». Parole che non sono state gradite dai leghisti. Il segretario provinciale Davide Boni ha tenuto a sottolineare che «Scola è la massima autorità milanese per quanto riguarda la chiesa, fa il suo mestiere, ma prima di lanciarsi nel campo della politica dovrebbe anche guardarsi in casa, lo dico con tutto il rispetto». Boni fa presente che i sindaci lumbard hanno assunto una posizione di protesta nei confronti di Mattarella «perché il presidente della Repubblica avalla questo sistema di immigrazione totalmente incontrollata, e compito di un primo cittadino è tutelare la propria popolazione, lanciando messaggi molto chiari. Hanno voluto denunciare che la misura è colma». Compito della chiesa è «andare incontro alle fasce più deboli».

Ma non sono sfuggiti al segretario alcuni dati pubblicati giorni fa proprio sul sito chiesamilano.it: si trattava di un primo bilancio dell'accoglienza diffusa nelle parrocchie, a un anno dall'appello del cardinale ad aprire le porte ai migranti. Dall'indagine condotta da Caritas Ambrosiana, si legge, «risulta che sono 117 le parrocchie (10% del totale) che hanno già messo a disposizione un appartamento di proprietà. Altre 213 hanno potranno essere dunque inserite nel programma nei prossimi mesi».

Diventeranno una su tre, «Ma - traduce Boni - significa che 2 su 3 non rispondono all'appello di Scola. La Curia ha strutture e fondi, ma denota un deficit di accoglienza. Se le stesse parrocchie non rispondono, forse dovrebbe occuparsi del caso invece dei sindaci leghisti».

ChiCa

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