La Bonino si appella ai creativi: aiutatemi a trovare gli slogan

Dovevamo aspettare l’uscita dell’ultimo numero di Playboy per mettere un punto fermo sulla genesi della candidatura di Emma Bonino. In un’intervista al mensile l’esponente radicale conferma: «Pd spiazzato dalla mia candidatura? Ma l’avevamo annunciata da otto mesi!» La Bonino, poi, scansa le domande scomode come quella sulla colazione. «Se eletta, non farò la fine di Prodi». E quindi via alle ricette vincenti: «Discontinuità nel modo di governare, vincolando la coalizione a un programma preciso». Che parte ovviamente da trasparenza e legalità.
Per rendere ancora più creativa la sua campagna elettorale e più martellante il tema della legalità, l’aspirante governatore lancia adesso l’idea di un concorso. L’annuncio arriva dal social network di video grafica Tooquoque.com. «Che cosa significano legalità, trasparenza, fiducia? - spiega il bando firmato dai radicali - Chi è legale o cosa è trasparente? Di chi fidarsi e con quali presupposti? Come si comunica la fiducia? Appropriatevi di queste parole e girate un breve filmato di 60 secondi, da caricare sul portale Tooquoque.com. Il video vincitore sarà utilizzato da Emma Bonino nell’ambito della sua campagna per la presidenza della Regione». Idea utile ed efficace: da un lato si arruolano creativi a costo zero e dall’altro si ottiene un prodotto da sfruttare in campagna elettorale. La Bonino era già contenta così. Poi è arrivato anche l’applauso allo Sheraton dove ha parlato davanti ad una nutrita platea di medici. È bastato dire: «Il nostro obiettivo è di ridurre e risolvere il disavanzo della sanità in due-tre anni, uscire dal commissariamento e fare un piano socio-sanitario per essere pronti quando usciremo dalla fase commissariale». Fosse facile!
Poi la serata si è chiusa tra angosce, paure e polemiche. Le angosce riguardano l’esito del Consiglio dei ministri che in serata ha partorito un decreto «interpretativo» per salvare le elezioni. Le paure, invece, sono sempre le stesse e riguardano la mancanza di legalità. «Di fronte all’illegalità diffusa che ha caratterizzato la prima fase della campagna elettorale - spiega la Bonino, commentando l’annuncio del citato decreto - un tale colpo di spugna sarebbe inaccettabile». E infine le polemiche.

È bastato che i socialisti chiedessero ufficialmente l’inserimento dell’equiparazione della famiglia anagrafica a quella naturale nel programma per scatenare le ire e le minacce («mi dimetto») di Lucio D’Ubaldo (Pd) coordinatore della campagna elettorale della Bonino.

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