Nel Lazio il lavoro è donna. Il tasso di occupazione femminile si attesta intorno al 52% e la presenza di donne nelle imprese ha superato la percentuale che si registra a livello italiano (oltre il 26% contro il 24%). Tra le province italiane, è Roma quella con il più elevato numero di imprese femminili (61.584), seguita da Napoli (59.725) e Milano (57.199). Mentre nel Lazio si registra un tasso di imprese femminili del 27% sul totale delle aziende, contro una media nazionale del 24%.
Sono i dati del Rapporto sul mercato del lavoro a Roma 2008 realizzato dal Comune di Roma che sono stati illustrati ieri mattina dallassessore capitolino al Lavoro, Davide Bordoni nel corso di un convegno sul tema delle Pari opportunità, in Campidoglio. Dal rapporto emerge anche che limprenditrice romana ha unetà compresa tra i 30 e i 40 anni, è altamente scolarizzata (il 60% possiede una laurea, il 52% ha conseguito un master). Una buona parte delle donne fa attività dimpresa dopo la separazione-divorzio o in alternativa al reingresso nel mondo del lavoro dopo la maternità. Nella sola provincia di Roma, le donne straniere con cariche imprenditoriali sono 12.417 (7,6% del totale delle donne).
Illustrando e commentando i dati, Bordoni ha ricordato come lamministrazione capitolina sia impegnata nel progetto promosso dal ministero del Lavoro «Best in class» per la promozione delloccupazione femminile. «Lobiettivo del progetto - ha detto Bordoni - è valorizzare e integrare i lavori di ricerca e azione che hanno documentato ed evidenziato le buone prassi allinterno delle piccole e medie imprese in materia di pari opportunità, contribuendo alleffettiva implementazione di modelli positivi e sostenibili del tessuto imprenditoriale e politico». Secondo la ricerca nel mondo del lavoro capitolino «permangono forti differenze salariali e retributive tra uomini e donne». «Per molte donne italiane - ha aggiunto Bordoni - coniugare il ruolo di lavoratrici con quello di moglie e madri è unimpresa spesso ardua. In assenza di unefficiente rete di servizi sociali, in molti casi si sacrifica la dimensione professionale per dedicarsi esclusivamente a quella familiare. Eppure, non mancano esempi virtuosi di aziende che hanno raccolto la sfida delle pari opportunità, riuscendo a sperimentare modelli operativi vincenti».
Al convegno era presente, tra gli altri, anche il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, che ha ricordato lintenzione del Governo di sostenere programmi di conciliazione dei tempi familiari attraverso un finanziamento di 40 milioni che sarà in parte utilizzato per distribuire alle famiglie a basso reddito «voucher per gli asili nido e per le baby sitter». Carfagna ha auspicato anche che le buone pratiche nelle Pari opportunità vengano «applicate anche dalle piccole e medie imprese, fondamentali nel nostro tessuto imprenditoriale».
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