L’auto tedesca perde 48mila posti

Le statistiche federali sulla crisi del settore

L’auto tedesca perde 48mila posti
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C'era una volta la Germania con il ruolo di locomotiva d'Europa e con l'industria automotive trainante. Tutto, però, è cambiato in pochi anni, complice il Green Deal con lo sbilanciamento a occhi chiusi del settore verso il «tutto elettrico», come se fosse già tutto deciso, ma anche a causa delle sempre più difficili situazioni nei mercati cinese Usa. E così, pochi giorni dopo la notizia che Volkswagen lascerà a casa, entro il 2030, almeno 35mila lavoratori negli impianti tedeschi, ecco arrivare la nuova doccia gelata: nell'ultimo anno sono andati persi nel settore 48.700 posti. A comunicarlo è stato l'Ufficio federale di statistica.

Si tratta di un calo del 6,3% nel confronto tra i primi 9 mesi del 2025 e lo stesso periodo del 2024 e rappresenta la flessione più rilevante nei settori industriali con più di 200mila occupati. Per il settore automobilistico la tegola riguarda soprattutto le aziende fornitrici, che fanno registrare un taglio del 4% dei posti nei settori carrozzerie, sovrastrutture e rimorchi, mentre si arriva addirittura all'11% per la produzione di parti e accessori per veicoli.

Timori forti anche nella componentistica italiana che ha nella Germania il cliente più importante in Europa: il business annuale vale circa 5 miliardi.

Il 10 dicembre da Bruxelles sono attese nuove indicazioni sul percorso di decarbonizzazione del settore nel segno della neutralità tecnologica e non più seguendo una sola letale direzione.

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