Carlo De Benedetti non ama Trump, e non ne ha mai fatto mistero. "Temo Trump, sarebbe un bel guaio per il mondo", aveva dichiarato nella sua ultima intervista prima delle elezioni negli Usa. Eppure, non sembra disprezzare così tanto il leader di Washington quando si tratta di rimettere in ordine i conti della sua holding, la Romed. Come riportato da Open, infatti, guardando ai conti della cassaforte si può notare che, sfruttando il ritorno del tycoon a capo degli Stati Uniti, De Benedetti è riuscito a capovolgerne la situazione finanziaria, passando da una perdita di 19,776 milioni di euro a un utile netto di 1,141 milioni.
La strategia dell'Ingegnere si è basata su due fronti: approfittare dei conflitti in Ucraina e a Gaza, che hanno fatto salire le quotazioni dell'oro, e scommettere sulla vittoria di Donald Trump nel 2024, che ha portato ad un incremento del valore delle varie cripto, come Bitcoin e Tether. "Sul fronte geopolitico la continua recrudescenza delle guerre, Ucraina e Israele/Hamas, ha agevolato il rafforzamento dell’ oro, che ha beneficiato della diversificazione delle riserve delle banche centrali di mezzo mondo a suo favore, dopo che l’Occidente ha congelato le riserve russe, minando così la fiducia reciproca tra banche centrali", si legge nella nota che accompagna il bilancio di Romed. "Infine, la vittoria delle presidenziali americane da parte di Trump ha favorito l’ascesa delle criptovalute, per effetto del suo schierarsi apertamente in loro favore per un’adozione a livello istituzionale. Operativamente Romed ha seguito principalmente questi ultimi due temi, investendo in oro e criptovalute, e costruendo su questi la gran parte del risultato raggiunto nell’esercizio".
Gli amministratori della holding hanno anche spiegato che De Benedetti ha saputo incunearsi nel terremoto portato sui mercati internazionali dal presidente americano con la sua politica di dazi, "sfruttato le opportunità offerte dai mercati effettuando trading su valute e commodities oltre che su titoli, con risultati positivi. Anche gli investimenti di medio periodo hanno iniziato a venire a maturazione con risultati da considerarsi positivi.
Di conseguenza l’aspettativa risulta essere quella di un esercizio 2025 con un risultato della gestione in crescita". Insomma, al di là dei proclami, pare che l'unico colore politico che importi veramente sia il verde del dollaro. E questo l'Ingegnere lo ha capito bene.