Scatta la primavera tecnologica tricolore

Accelerano le big tech italiane da Bending Spoons a Domyn fino ad Almaviva

Scatta la primavera tecnologica tricolore
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C'è un nuovo fermento nel mondo tecnologico italiano. Il nostro Paese, solitamente considerato non competitivo in questo ambito, si sta piano piano risvegliando spinto da alcuni (finora pochi, a dire il vero) capofila. In questo momento sta facendo molto parlare di sé Bending Spoons, società tecnologica specializzata nella produzione di app di largo consumo che utilizzano l'intelligenza artificiale. Il gruppo milanese guidato da Luca Ferrari, secondo stime riportate da Websim, ha una valutazione sul mercato compresa fra i 5 e i 7 miliardi di euro. Una quotazione da considerarsi più attendibile nella parte alta della forchetta, soprattutto dopo l'acquisizione della piattaforma di video americana Vimeo per 1,4 miliardi di dollari. Certo una cifra importante per una società tecnologica italiana, ma non finisce qui: perché Ferrari e soci stanno trattando con Yahoo per avere la società America Online (Aol) che è specializzata nell'antivirus McAfee, in media e altri servizi online sempre per 1,4 miliardi. In passato, inoltre, aveva acquisito la piattaforma per trasferire file voluminosi WeTransfer.

Insieme a Bending Spoons (che ha fatturato 524 milioni nel primo semestre di quest'anno) sta crescendo bene anche iGenius, da quest'anno rinominata Domyn, che in stime risalenti all'anno scorso era valutata 1,7 miliardi di euro. Specializzata in software di intelligenza artificiale che permettono alle aziende di analizzare ed estrarre valore dai dati. L'azienda, guidata da Uljan Sharka, ha sviluppato anche il supercomputer per l'intelligenza artificiale Colosseum supportato dalla tecnologia del colosso americano dei chip Nvidia. Sull'azienda hanno investito diversi investitori di peso come Angelo Moratti (figlio di Gian Marco e nipote di Massimo, lo storico presidente dell'Inter) con il suo family office ed Eurizon Asset Management (la società dei fondi d'investimento di Intesa Sanpaolo).

Molto attiva nel settore anche Almaviva, con una quotazione superiore a 1,5 miliardi di euro e un fatturato che l'anno scorso ha raggiunto 1,4 miliardi. Il gruppo, guidato dall'ad Marco Tripi, supporta imprese e pubbliche amministrazioni nei processi di digitalizzazione, nel cloud e, attraverso la controllata Almawave, si occupa di soluzioni per l'intelligenza artificiale ed estrazioni di dati complessi per gli enti pubblici. E' stata tra i partner scelti per sviluppare l'app dell'Euro digitale e ha elaborato un suo chatbot di nome Velvet. La società, che punta ad arrivare a un fatturato di 2,5 miliardi entro il 2027, un anno fa ha comprato per 310 milioni di euro l'americana Iteris, società di trasporto intelligente quotata sul Nasdaq. Meritano citazione, poi, unicorni - società che valgono almeno un miliardo - come Satispay (la società dei pagamenti digitali) e Scalapay, gruppo ormai internazionale specializzato nel «compra ora, paghi dopo».

Insomma, per quanto ci sia ancora tanto da fare, l'Italia si è desta anche per una maggiore iniziativa governativa.

Nel ddl sull'Ia recentemente approvato, sul quale ha lavorato il dipartimento per la trasformazione digitale guidato da Alessio Butti, sono previsti fondi per un miliardo di euro gestiti anche da Cassa depositi e prestiti per finanziare la crescita delle startup. E come Butti ha rivelato in un'intervista a Il Giornale, si starebbe pensando di realizzare un nuovo fondo di garanzia per agevolare il finanziamento e lo sviluppo delle nostre imprese tecnologiche.

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