Le Borse festeggiano a colpi di maxi-rialzi lo scampato pericolo

Euforia sui mercati: l’Europa cancella le perdite settimanali. A Milano (+7,7%) maggior rimbalzo degli ultimi 10 anni. Ok Wall Street, il greggio torna a salire

da Milano

Dopo l’incubo di massa, la catarsi collettiva, il mega-rialzo che sembra purificare i mercati da tutti i mali finanziari. Solo i prossimi giorni diranno qual è la reale consistenza della reazione euforica con cui ieri le Borse hanno accolto il piano di emergenza varato negli Stati Uniti, senza star troppo a cavillare sui costi - altissimi - che andranno ad allargare la voragine dei conti pubblici Usa e a impoverire ulteriormente le tasche dei contribuenti americani.
Ora è il momento della festa, dell’ubriacatura benefica, espressa a suon di percentuali roboanti da quegli stessi indici piegati fino a qualche giorno fa come un giunco. Quegli stessi indici che in cinque sedute avevano visto svaporare 3mila miliardi di dollari, adesso lievitano come palloncini, liberati dalla speculazione grazie all’azione a tenaglia delle autorità di vigilanza. Il giro di vite sulle vendite allo scoperto partito dagli Usa si è allargato: basta con lo short selling, quelle scommesse al ribasso orchestrate prendendo titoli in prestito. L’alt è arrivato da Sec e Fsa inglese, seguite dall’organo di vigilanza elvetico. Anche la Consob ha promesso misure più rigide.
Così, mentre le Banche centrali hanno continuato a iniettare liquidità (71 miliardi di dollari), Tokio ha incassato un +3,8%, Hong Kong e Shanghai sono balzate del 9 e l’Europa ha cancellato con un colpo di spugna le perdite accumulate in una settimana di passione, con il più 8,27% dell’indice Dj Stoxx600. Nessuno si è curato del prezzo del petrolio, tornato a superare quota 104 dollari: in volo Parigi (+9,27%), Londra (+8,84%), Madrid (+8,71%, record storico) e Francoforte (+5,56%). A Milano Mibtel (+7,7%) e SPMib (+8,62%) hanno messo a segno il maggior guadagno degli ultimi 10 anni, ma non sono comunque riusciti a eliminare completamente il rosso delle quattro sedute precedenti. Wall Street, che già giovedì sera aveva dato il la al rialzo, ha chiuso positiva, ma su valori più contenuti rispetto alle consorelle del Vecchio continente (+3,35% il Dow Jones, +3,40% il Nasdaq).
Naturalmente sono stati i titoli finanziari a beneficiare più di tutti della corrente di acquisti. In particolare quelli come Morgan Stanley, salita fino al 30%, grazie anche alle trattative in corso per una fusione con Wachovia. I tempi, per merito del piano di soccorso del governo Usa, si sono fatti però meno stretti, e la merchant bank potrebbe valutare altri possibili partner come la britannica Hsbc, la spagnola Banco Santander e la giapponese Nomura.


È quindi con ben altro spirito che i mercati potranno concentrarsi la prossima settimana sulla messe di dati macroeconomici in arrivo dagli Stati Uniti. Il calendario è particolarmente fitto: dall’indice sull’attività manifatturiera, agli ordinativi di beni durevoli, ma il dato clou sarà quello di venerdì relativo alla fiducia dei consumatori nel mese di settembre.

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